Ultimo appello per salvare l’Eur. Rampelli al governo: basta imbrogli
È un ultimo appello per salvare lo straordinario patrimonio immobiliare di Eur spa dopo una massiccia campagna di informazione e mobilitazione a suon di migliaia di firme. «La vendita dei quattro palazzi di Eur Spa sarebbe ancora evitabile», incalza Fabio Rampelli, capogruppo di Fratelli d’Italia che, insieme al consigliere comunale Fabrizio Ghera, ha convocato i giornalisti nella sala stampa di Montecitorio. Ma il tempo è poco, il 24 giugno scade il concordato in bianco. C’è una via d’uscita per trovare risorse per il completamento della Nuvola di Fuksas che ha costretto all’indebitamento la società Eur (partecipata dal Ministero delle Finanze e dal Comune di Roma) e alla imminente svendita di alcuni edifici di pregio della cittadella razionalista.
L’appello di Rampelli
«Esiste una soluzione alternativa, che non sfugge al ministro Padoan e spero non sfugga al management di Eur spa – spiega Rampelli – è stata fatta pervenire una proposta di 80 milioni di euro per l’acquisto dell’albergo denominato “La Lama” e adiacente la Nuvola.
Accettare questa proposta corrisponde alla possibilità di fare fronte alle richieste delle banche senza menomare il patrimonio immobiliare dell’Eur, all’incasso degli 80 milioni andrebbe sommato il risparmio di 30 milioni dei lavori di completamento dell’albergo. Se a queste cifre aggiungiamo i 37 milioni in arrivo dal Mef viene fuori quanto necessario al completamento della Nuvola senza che Eur spa sia costretta a svendere 4 palazzi di pregio». Davanti alla stampa il capogruppo di FdI si appella «ai membri romani del governo e al sindaco Marino, che romano non è ma potrebbe almeno far finta di esserlo, al consiglio di amministrazione, perché il 24 giugno scade il concordato in bianco e potrebbe essere l’inizio della fine, l’alienazione del patrimonio potrebbe essere la morte di Eur».
L’Eur vale più dell’Expo
L’Expo di Milano, prosegue Rampelli, «costa 12 miliardi di euro al netto di alcune opere accessorie. I padiglioni temporanei, quelli che tra qualche mese saranno smontati, costano più o meno 4 miliardi. È impensabile che 12 miliardi di fondi pubblici vengano messi al Nord e poi non si riescano a trovare poche decine di milioni di euro per salvaguardare il patrimonio razionalista della Capitale d’Italia». Non solo, ma i quattro palazzi di pregio verrebbero venduti all‘Inail «a una cifra ridicola» e Rampelli ha il ragionevole sospetto che «l’Inail detenga questi palazzi per pochi mesi per poi venderli all’Invimit che a quel punto li metterebbe a garanzia di altri debiti dello Stato».