Addio a Sergio Boschiero: idealità e coerenza morale di un monarchico

5 Giu 2015 19:39 - di Aldo Di Lello

Addio a Sergio Boschiero. Il leader dei monarchici italiani si è spento all’età di 79 anni a Colleferro. Non c’è militante di destra che non lo ricordi, che non ne ricordi l’onestà, la dirittura morale, la forte e nobile spinta ideale. Apparteneva a un mondo che non c’è più, il mondo della politica come missione e come testimonianza. Il Fronte monarchico giovanile, da Boschiero guidato negli anni Sessanta e fino ai primi anni Settanta, condusse tante battaglie a fianco della Giovane Italia prima e del Fronte della Gioventù poi. Giovani monarchici e giovani missini affrontarono inesieme, fianco a fianco, le difficiltà di un tempo difficile e canagliesco, tra repressione poliziesca e aggresioni dell’ultrasinistra. Boschiero fu uno degli animatori e uno dei punti di riferimento di quella stagione  drammatica ma esaltante, quando una intera generazione osò sfidare lo “spirito del tempo” e il conformismo diffuso, con il coraggio e la lucida follia di chi va  orgogliosamente controcorrente. «Ti piaceva formare i giovani .Al bello, al buono e al valore superiore della patria», ricorda in una commovente “lettera” dedicata allo scomparso Fabio Torriero su Intelligonews. «Incarnavi, nei fatti e nella tua leadership, il dna di una destra nazionale pulita, assolutamente non compromessa dal becerume, dalla violenza e dall’opportunismo. Un’intera generazione hai saputo valorizzare e far crescere. Tanti giovani, ora incanutiti, che hanno sfondato nella vita, nelle professioni, sempre nel segno dell’amore per la polis e per la res publica. Giovani, adesso uomini, che ti devono eterna riconoscenza. Eri un oratore irresistibile, di vecchia, antica, gloriosa scuola. Facevi venire i brividi quando comiziavi».

Fino al 1984, Boschiero è stato segretario nazionale dell’Unione monarchica italiana. E poi fu leader del Fert, che riuscì a radicare sul territorio in tutta Italia. Era molto legato a Napoli e ogni ogni  commemorava le vittime di via Medina. Nello  stile politico di Boschiero c’era la vocazione per le inziative dal forte signifato simbolico. Come il volo di Vittorio Emanuele, allora in esilio,  su Napoli nel 1966. O come le iniziative  contro le celebrazioni del bicentenario della Rivoluzione francese nel 1989. O come ancora la campagna contro il monumento a Bresci, l’anarchico che assassinò Umberto I. Frammenti di memoria e testimonianza di un modo alto di intendere la politica. I funerali di Sergio Boschiero si sono tenuti al Pantheon, dove riposano i re d’Italia.

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