Gli antagonisti: «Immigrati liberi, i Cie si chiudono con il fuoco»

29 Mag 2015 10:37 - di Giulia Melodia

I Cie finiscono nel mirino degli antagonisti: letteralmente. Un opuscolo contro i Centri di Identificazione ed Espulsione, pubblicato su alcuni siti di area anarchica il 26 maggio dal titolo I cieli bruciano. Dei centri di identificazione ed espulsione e di coloro che ne permettono il funzionamento, è ritenuto dagli investigatori molto probabilmente collegato alle lettere contenenti polvere pirica, intercettate giovedì pomeriggio al Centro di meccanizzazione postale di Bologna. Le due lettere erano indirizzate in particolare a imprese piemontesi che si occupano di manutenzione e ristrutturazione del Cie di Torino.

Cie, il volantino degli antagonisti

«I Cie si chiudono con il fuoco. I Cie sono ogni ditta, ente e persona che collabora con la sofferenza e la reclusione dei senza documenti», si legge tra l’altro sul volantino postato sul web e scaricabile on line, in calce al quale si può consultare un elenco di imprese che hanno collaborato con le strutture dei Cie di Bari, Caltanissetta, Torino e Trapani. «Crediamo sia importante individuare i collaboratori della macchina delle espulsioni. Chi dalle espulsioni, dai pestaggi ed anche, a volte, dalle rivolte, ci guadagna», si legge in un altro passaggio. La pubblicazione del volantino potrebbe essere collegata al ritrovamento di giovedì pomeriggio di due lettere contenenti materiale esplosivo, intercettate  al centro di meccanizzazione postale di Bologna e sequestrate. In merito a questo inquietante precedente gli inquirenti hanno assicurato che saranno vagliate tutte le piste, e tra queste c’è certamente l’ipotesi che la matrice possa essere riconducibile a contesti anarchici, visto anche episodi simili in passato sono stati rivendicati da gruppi antagonisti, spesso legati alla galassia “No Tav”. Le politiche sull’immigrazione sono del resto da tempo bersaglio della protesta di questi movimenti.

Il precedente: intercettate due lettere “esplosive”

Dunque, poche ore prima dell’opuscolo “di fuoco” sono state trovate e sequestrate a Bologna due lettere contenenti esplosivo. È  intervenuta subito la Polizia postale, che segue questo genere di controlli, e sono stati chiamati gli artificieri. C’è riserbo tra gli inquirenti, ma secondo quanto si apprende le due missive sarebbero state indirizzate a imprese edili, coinvolte in lavori di costruzione e ristrutturazione dei Cie. Delle indagini coordinate dal gruppo Terrorismo e istituzioni della Procura di Bologna, si occupa la Digos. Le lettere sono state trovate nel corso degli accurati controlli che vengono fatti ogni giorno, anche con i sistemi radiogeni, nel centro di via Zanardi, luogo di smistamento nevralgico della corrispondenza del nord Italia. Le lettere non avevano, sempre a quanto si è appreso fin qui, nessun altro contenuto, se non una polvere pirica, che potrebbe causare una fiammata. Non avevano, inoltre, l’annullo postale, dunque si ritiene siano state spedite al massimo un giorno fa. Ma sulla sostanza ritrovata verranno svolti nelle prossime ore ulteriori accertamenti.

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