Ancora bullismo: ragazzina disabile insultata e presa a sassate «per gioco»

25 Mag 2015 15:36 - di Giulia Melodia

Ancora bullismo, ancora violenza grauita e spietata per cui una ragazzina con ritardo psichico, presa di mira in un parco milanese nel quartiere Giambellino da un gruppo di almeno 4-5 coetanei di 13 anni, è stata insultata, presa a sassate, umiliata. Quella registrata dalle cronache in queste ore è l’ennesima aggressione, vile quanto violenta, che ha colpito alle spalle – e ferito non solo fisicamente – una giovanissima disabile, dunque una vittima doppiamente indifesa.

Bullismo, l’ultimo vergognoso episodio

Prima sono partite le ingiurie e gli sberleffi, poi i bulli sono passati all’aggressione fisica cominciando a lanciare pietre alla ragazzina che dava loro le spalle: tutto in un giardino pubblico, e a poca distanza dalla madre della giovane, il cui intervento ha messo in fuga gli aggressori. Sul caso indaga la polizia, chiamata dal 118, a cui si è rivolta la donna dopo quanto accaduto alla figlia, portata in codice verde all’ospedale San Paolo dove i medici le hanno riconosciuto una prognosi di 4 giorni per le sassate e per dei graffi a una spalla, ossia per le contusioni e le ferite riportate tutte sulla schiena.

L’aggressione nei dettagli

Secondo quanto ricostruito, la ragazzina è stata aggredita domenica sera attorno alle 19.50, così, «per gioco». A detta di quanto si è riusciti fin qui a ricostruire, la banda di bulli prima l’ha presa in giro, poi è passata nel giro di breve al lancio di sassi contro il bersaglio umano. La ragazza, in lacrime per il dolore e per l’umiliazione, stranita dalla gratuità e dall’imprevedibilità di quanto le stava accadendo, è riuscita a chiamare al cellulare la madre, che si trovava poco distante, e che è intervenuta avvertendo contemporaneamente la polizia. All’arrivo degli agenti, però, gli aggressori avevano già lasciato il parchetto di via Gonin, tra via Inganni e via Giambellino, come da copione: perché la vigliaccheria che contraddistingue queste aggressioni e questi bulli – che nella assurda logica del branco alimenta la violenza di gruppo – culmina sempre nella fuga repentina dei colpevoli di turno e nell’omertoso silenzio di complici e conniventi.

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