«Mattarella ha ricordato solo il giudice». E il Colle: «Non è vero, ecco il testo»

11 Apr 2015 14:08 - di Desiree Ragazzi

Sergio Mattarella travolto dalle polemiche. Le parole di cordoglio del capo dello Stato pronunciate al Csm per ricordare Fernando Ciampi, il giudice ucciso a colpi di pistola nel tribunale di Milano, non sono  passate inosservate. Nella strage hanno, infatti, perso la vita anche il giovane avvocato Lorenzo Claris Appiani e Giorgio Erba, e ci sono stati pure due feriti. Per loro Mattarella non ha speso una parola, una “dimenticanza” che molti giornali hanno evidenziato con commenti e interviste. Ma il Colle smentisce: «Non è vero, ecco cosa ha detto il presidente della Repubblica».

Mattarella e l’invito a non santificare le toghe

Non usate quella strage per santificare le toghe è il titolo dell’editoriale a firma di Vittorio Feltri sul Giornale. «È noto che tra le vittime c’è un giudice, ma è altrettanto noto che all’altro mondo sono finiti pure un giovane avvocato e un tizio imputato al pari dell’assassino – si legge – Le osservazioni del capo dello Stato avrebbero avuto pertinenza qualora i tre uomini  freddati  fossero stati tutti magistrati, nel qual caso sarebbe stato logico pensare a un attacco all’ordine giudiziario. Mentre il fatto che siano morti anche un avvocato (che era lì in veste di testimone, fra l’altro) e un cittadino estraneo all’attività forense dimostra platealmente come l’omicida non abbia agito in odio alla giustizia e a chi l’amministra, bensì perché al momento di premere il grilletto aveva qualche filo staccato nel cervello». E poi ancora: «Mattarella, se proprio voleva dare una spiegazione surreale alla carneficina, avrebbe dovuto prendersela non solo con chi scredita i magistrati, ma anche con chi diffama i legali e i soci in affari. Il che sarebbe stato ridicolo ma non discriminatorio nei confronti di due categorie degne di rispetto quanto quella citata dal Quirinale.  In sostanza il presidente ha commesso un errore».

«Tutti i cittadini hanno pari dignità»

Su Libero, l’avvocato civilista e collaboratore del giornale Matteo Mion ha firmato il commento Mattarella presidente di tutti gli italiani o solo dei magistrati?  «Non voglio parlare del collega avvocato per non scadere nel corporativismo – si legge –  ma la pistola di Giardiello ha ucciso anche il coimputato e ferito  gravemente un’altra persona. Da addetto ai lavori non ho mai creduto che siamo “tutti uguali davanti alla legge”, ma in cuor mio pensavo lo fossimo davanti alla morte. Quell’istante infinitesimale in cui spiriamo nell’eterno, disfandoci della toga, del codice e di qualsiasi altro orpello. Il primo degli italiani aveva l’obbligo morale di abbracciare tutti in un drammatico e nazionalistico requiescant in pacem. Di non escludere e discriminare nessuno. Invece ha chiesto di non deridere ed essere vicini ai magistrati per le alte funzioni che svolgono. Presidente Mattarella, non erano in gioco gli attacchi ai giudici, la parità tra accusa e difesa, le lungaggini dei processi, ma la pellaccia di chi frequenta palazzo di giustizia, ultimo dei secondi incluso». L’intervento di Mattarella non è stato gradito neanche agli avvocati. Intervistato dal Tempo, il presidnete dell’Ordine di Roma, Mauro Vaglio nel dirsi meravigliato  “per l’omissione” ha sottolineato che «la vita di un avvocato, di un magistrato o di un semplice cittadino hanno pari dignità. Il presidente Mattarella non ha certo bisogno dei miei consigli, sono convinto che non era sua intenzione omettere la menzione del sacrificio del collega avvocato e che non mancherà di farlo presente». Anche il presidente della Camera penale di Roma, Francesco Tagliaferri ha fatto sentire la sua voce. Intervistato dal Tempo ha sottolineato: «È sin troppo ovvio che le vite abbiano tutte lo stesso valore e mi piacerebbe che non si perdesse occasione di ricordarlo… Naturalemnte non ho nulla da suggerire al presidente. Mi auguro soltanto che, anche quando si verifica una tragedia, non si ragioni sull’onda dell’emozione».

Gasparri: «Mattarella incontri anche gli avvocati»

«Avendo sincera stima per il presidente Mattarella, sono certo che dopo la giusta riunione del Csm nel giorno della strage di Milano per condannare il gesto criminale e sottolineare il sacrificio della magistratura, il capo dello Stato vorrà rendere analogo omaggio all’avvocatura, incontrando gli organi forensi». È quanto sostiene il senatore di FI Maurizio Gasparri. «A Milano con il giudice Ciampi come è noto sono stati uccisi un avvocato e un testimone – spiega – so bene che il presidente della Repubblica presiede il Csm e non gli organi dell’avvocatura. Ma un gesto simbolico rafforzerebbe la condanna della turpe strage».

La precisazione del Quirinale

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella in seguito alla tragedia di Milano ha espresso la sua solidarietà non solo alla magistratura, ma anche «ai familiari dell’avvocato Claris Appiani e a quelli dell’altra vittima Giorgio Erba», «non vi è stata pertanto nessuna omissione». È quanto si precisa in una nota del Quirinale. «In riferimento alle interviste rilasciate dal presidente dell’Ordine Avvocati e dal presidente della Camera penale di Roma», fonti del Quirinale ribadiscono che «nell’intervento al Csm di giovedì scorso – peraltro subito pubblicato sul sito del Quirinale in video e in testo scritto – il Presidente della Repubblica ha detto testualmente: «Esprimo la solidarietà alla magistratura, in particolare a quella milanese, esprimo nel contempo solidarietà ai feriti, ai familiari dell’avv. Lorenzo Claris Appiani – che stava svolgendo l’importante funzione di testimone – e a quelli dell’altra vittima, Giorgio Erba, prendendo parte al loro terribile dolore. Dolore tanto più lacerante in quanto gli assassinii si sono consumati in un luogo dedicato al rispetto della legge e all’affermazione della giustizia. Nel chiudere il breve discorso – si sottolinea – il Capo dello Stato ha aggiunto di «piangere i nostri concittadini rimasti vittime di una violenza insensata» e ha chiesto «che venga garantita la sicurezza di tutte le persone». «Non vi è, pertanto, stata alcuna omissione – si osserva – il Presidente della Repubblica ha infatti chiaramente ricordato tutte le vittime di quel gesto di insensata violenza compiuto al Tribunale di Milano».

 

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