Pedofilia: 7 minori abusati, confermati 14 anni a un parroco romano

13 Mar 2015 18:00 - di Redazione

È arrivata la parola “fine” su uno dei casi di pedofilia più gravi tra quelli che hanno coinvolto uomini della Chiesa italiana: la Cassazione ha confermato la condanna per l’ex parroco don Ruggero Conti. Almeno sette le vittime di abusi sessuali per fatti che cominciarono nel 1998 in una parrocchia della periferia romana. A darne notizia è il vicario generale della diocesi di Porto-Santa Rufina, monsignor Alberto Mazzola, sottolineando che il vescovo e tutta la comunità «rinnovano la più sentita vicinanza a tutte le vittime di questa grave e penosa vicenda». Oltre alla giustizia italiana, c’è un processo canonico: «Conclusa la prima fase ora la Congregazione per la Dottrina della Fede stabilirà i passi successivi», riferisce ancora la diocesi. In ogni caso Ruggero Conti non poteva più svolgere il suo ministero pubblicamente dal 2008 ed era poi stato sospeso “a divinis” già dal 2011. I fatti addebitati a don Conti risalgono a quando operava, tra il 1998 e il 2008, nella parrocchia romana nel quartiere di Selva Candida. A dare il via all’indagine giudiziaria era stata la denuncia di un altro sacerdote. L’ex parroco era stato poi condannato dal Tribunale di Roma nel marzo del 2011 a 15 anni e 4 mesi di reclusione.

Pedofilia, una vicenda iniziata nel 1998

A maggio del 2013 la condanna, in appello, era stata ridotta a 14 anni e 2 mesi ma perché nel frattempo erano finiti in prescrizione tre degli episodi contestati al sacerdote. Oggi il verdetto della Cassazione che conferma la condanna, secondo quanto riferito dalla stessa chiesa locale alla quale fa riferimento l’ormai ex parroco. «Il vescovo e la diocesi di Porto-Santa Rufina nel prendere atto della decisione, con doveroso rispetto per l’accertamento giudiziale e profonda tristezza per la condotta del sacerdote, rinnovano la più sentita vicinanza a tutte le vittime di questa grave e penosa vicenda», dice monsignor Mazzola. «L’intera Chiesa diocesana è ora chiamata ad un percorso di preghiera, di solidarietà fraterna e di rinnovamento per continuare ad operare per la crescita dei bambini e dei ragazzi perché nessuno di loro abbia a soffrire violenza da parte di chi è chiamato ad essere per tutti punto di riferimento e padre», conclude il vescovo.

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