Pakistan, impiccagioni a raffica: al via le esecuzioni rimaste in sospeso

17 Mar 2015 10:55 - di Redazione

Pakistan, impiccagioni a raffica. Quasi quaranta detenuti giustiziati sul patibolo: accade in queste ore. Dodici condannati a morte sono stati impiccati in sette diverse prigioni del Paese, portando a 39 le persone messe a morte da quando il governo ha revocato la moratoria sulle esecuzioni delle pene introdotta nel 2008. Lo ha reso noto Geo Tv, secondo cui le esecuzioni dovevano essere 14 ma all’ultimo momento due condannati hanno ricevuto il perdono delle famiglie delle vittime e hanno cosi’ potuto salvare la propria vita.

Pakistan, impiccagioni: la revoca della moratoria

In dicembre la moratoria era stata revocata, a seguito del massacro di studenti in una scuola di Peshawar, solo per i condannati a morte per terrorismo. Successivamente però il governo del premier Nawaz Sharif ha esteso la revoca a tutti coloro che si trovano nel braccio della morte delle carceri pachistane. Le impiccagioni odierne sono avvenute nelle carceri di Karachi, Multan, Jhang, Gujranwala, Mianwali, Faisalad e Rawalpindi, mentre sono state sospese per due condannati a Multan e Dera Ghazi Khan. Nel complesso, da quando le esecuzioni sono riprese, 39 detenuti sono saliti sul patibolo. Secondo le organizzazioni umanitarie, degli 8.000 detenuti pachistani condannati a morte, circa 1.500 hanno esaurito ogni possibilità di ricorso o di ottenimento della grazia presidenziale e potrebbero quindi essere impiccati.

I funerali delle vittime dell’ultimo attentato

E mentre in diverse zone del Pakistan si eseguono a ritmop convulso le condanne capitali, sono in corso tra rigide misure di sicurezza a Youhanabad i funerali delle 15 vittime dell’attacco sferrato contro due chiese cristiane. Circa 5.000 tra ranger e poliziotti sono stati dispiegati dentro e fuori il sobborgo di Lahore e alcune strade vicine sono state chiuse al traffico. I funerali erano in un primo tempo previsti per lunedì, poi sono stati rimandati a causa delle manifestazioni di piazza. La situazione è al momento calma, soprattutto dopo i colloqui positivi intercorsi nelle ultime ore tra la comunità cristiana e il governo del Punjab. Ma quanto durerà ancora?

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