Il copilota voleva distruggere l’aereo. E c’è chi inneggia all’«eroe dell’Isis»

26 Mar 2015 14:56 - di Gabriele Alberti

Il copilota è «rimasto solo» in cabina e ha «attivato i bottoni per azionare la discesa dell’aeroplano. Per noi inquirenti, l’interpretazione più plausibile è che il copilota si sia rifiutato di aprire la porta della cabina al comandante e abbia azionato il bottone per comandare la perdita di altitudineı». In sintesi: «C’era la volontà di distruggere l’aereo». Questa la cruda ricostruzione fatta ai giornalisti dal procuratore di Marsiglia, al netto dell’audio estratto dalla scatola nera ritrovata nel luogo dell’incidente dell’Airbus della Germanwings. Un’azione deliberata che ha fatto precipitare il volo a bordo del quale c’erano 144 passeggeri e 6 membri dell’equipaggio.

Aereo precipitato: ecco come è andata

La ricostruzione arriva dal procuratore di Marsiglia, Brice Robin, che parla a due giorni dal disastro. E definisce «ignoti i motivi del gesto».«Al momento non c’è neanche un elemento che consenta di dire che si tratti di un attentato terroristico, ora però esamineremo anche l’ambiente da cui proveniva» il copilota. Intanto su Fb, pochi minuti dopo che l’identità del copilota della Germanwings era stata rivelata, è comparsa una pagina che inneggia a Andreas Lubitz, definendolo, in francese, un “eroe dello Stato Islamico”.  Il profilo ufficiale di Lubitz è invece stato disattivato. Il procuratore, alla domanda se propendesse per l’ipotesi del suicidio ha risposto: «Non uso la parola suicidio perché quando ci si suicida ci si suicida da soli. Ma effettivamente ci si può porre legittimamente la domanda». Il copilota è di nazionalità tedesca e «non è segnalato come possibile terrorista», precisa il procuratore di Marsiglia durante la conferenza stampa, ma non ha risposte per chi chiede lumi sull’origine etnica dell’uomo. Dall‘audio estratto dalla scatola nera si sente inizialmente «il capitano di bordo preparare il briefing in vista dell’atterraggio a Dusseldorf», prosegue il procuratore. «Il comandante chiede al copilota di prendere i comandi, le risposte del copilota sembrano laconiche, poi si sente il rumore del sedile che indietreggia e la porta che si chiude. Possiamo pensare – ricostruisce – che il comandante sia uscito per un bisogno personale.

«Nessun elemento di azione terroristica»

«A questo punto quando è solo al comando, il copilota manipola i bottoni del flight monitoring system per azionare la discesa dell’apparecchio. L’azione su questo selezionatore di altitudine – osserva ancora il procuratore francese, ricordando che l’azione avviene quando il velivolo è ancora ben lontano dalla fase prevista per l’atterraggio – può essere solo volontaria». Si sentono quindi «diversi appelli del comandante di bordo per chiedere l’accesso alla cabina di pilotaggio, non arriva nessuna risposta da parte del copilota. Si sente un respiro umano all’interno della cabina fino all’impatto finale». Gli investigatori rassicurano che i passeggeri si sono accorti del pericolo solo all’ultimo momento e che la morte è stata istantanea perché al momento dell’impatto con la montagna l’aereo si è disintegrato. Il procuratore testimonia che, nelle registrazioni, «le grida si sentono solo poco prima» dell’impatto.

Commenti