Divorzio breve, il Ncd litiga ancora con la maggioranza

12 Mar 2015 13:12 - di Giorgia Castelli

Ncd non vota il divorzio breve “immediato”. L’annuncio, dato nel giorno in cui il disegno di legge è approdato in aula al Senato per la discussione generale, è stato confermato anche da Roberto Formigoni. «È giusto estendere le tutele – ha detto durante la discussione generale del testo –  ma il comma 2 dell’articolo 1 che introduce la possibilità di una cancellazione immediata del matrimonio, introdotto all’ultimo, costituisce un inciampo a questa legge e alla possibilità che anche su questa legge si possa raggiungere un’ampia convergenza. Il matrimonio è un valore sia in senso religioso sia laico, non può essere cancellato in un battere di ciglia. Mi auguro si possa cancellare questo comma, altrimenti il nostro gruppo non potrebbe dare il proprio consenso al provvedimento».

Divorzio, Formigoni: spostare il voto la prossima settimana

Formigoni ha così chiesto di «spostare il voto a settimana ventura». Anche perché il voto del emendamenti, come ha scritto su Twitter la senatrice del Pd Rosanna Filippin, è previsto per martedì prossimo. La Lega ha scelto la libertà di coscienza. «Il nostro gruppo sul divorzio breve – ha detto Sergio Divina, vicepresidente del gruppo – ha optato per la libertà di coscienza. Personalmente ritengo che si stia intraprendendo una strada pericolosa, accelerando i tempi si aprono le porte a matrimoni di comodo quelli ad esempio contratti per ottenere la cittadinanza. Si devono porre delle cautele –  ha proseguito il parlamentare – che in questa legge mancano, di questo passo ci si potrà sposare e separare due volte l’anno. Penso che il matrimonio resti un valore e in quanto tale – nel rispetto di tutti – debba essere tutelato e ritenuto un punto fisso per la nostra società. Il matrimonio non è un fidanzamento o una convivenza, penso sia sbagliato permettere che possa essere sciolto con un battito di mani».

La lettera ai senatori del Comitato Sì alla famiglia

Il ddl sul divorzio breve «pregiudica ancor di più il futuro della nostra Nazione, il cui trend demografico è sempre più in calo, con un preoccupante parallelismo riscontrabile fra la contrazione delle nozze, religiose o civili, e la riduzione del numero dei figli. Norme come quelle all’esame oggi si prestano poi a manipolazioni nei confronti di coniugi deboli, dalle persone anziane ai e alle migranti». È quanto scrivono in una lettera inviata ai senatori, Massimo Introvigne e Giancarlo Cerrelli, rispettivamente presidente e segretario dei Comitati Sì alla famiglia per richiamare l’attenzione sulle nuove disposizioni sul “divorzio immediato”. «Il divorzio – si legge nella lettera – oltre che facile, viene reso breve, anzi immediato. Se il testo pervenuto da Montecitorio contrae i tempi dai tre anni attuali a un anno, ulteriormente riducibili a sei mesi con separazione consensuale, il testo all’esame dell’aula, dopo le modifiche apportate dalla Commissione Giustizia, aggiunge una novità: se i coniugi sono d’accordo e i figli sono maggiorenni, si può saltare il passaggio della separazione e giungere direttamente al divorzio». Secondo i dirigenti del comitato «qualora queste disposizioni diventassero definitive, il loro necessario coordinamento con quelle approvate in autunno permetterebbe a due persone che si sposano al mattino e che litigano a metà giornata di recarsi dall’avvocato nel pomeriggio, e di risolvere il tutto all’istante, nel suo studio: divorzio privatizzato, a richiesta e senza ritardo».

 

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