Dall’Europa un altro veto indigesto: i campi rom non vanno smantellati

19 Mar 2015 13:04 - di Martino Della Costa

Altro che nomadi: sono sempre più stanziali. Talmente tanto che persino la Corte europea per i diritti dell’uomo ha sospeso lo sgombero del campo di Lungostura Lazio a Torino, abitato da rom di origine romena. I giudici, accogliendo un ricorso di cinque famiglie, hanno bloccato le procedure fino al 26 marzo, ordinando al governo italiano di fornire informazioni sulla sistemazione degli occupanti.

La vicenda dei campi rom

Uno sgombero travagliato, intimato e interrotto a più riprese: ordinato dal tribunale di Torino nel 2013, è stato eseguito in parte nel luglio dell’anno successivo, e in parte lo scorso febbraio. L’operazione avrebbe dovuta essere completata in questi giorni ma, nel frattempo, è arrivato il niet della Corte europea per i diritti dell’uomo che ha bloccato le operazioni di sgombero. Il campo sorge dal 1985 su terreni di privati cittadini. L’insediamento è stanziale, e all’interno ci sono persino dei luoghi di culto. Lo scorso luglio risultava occupato all’incirca da ottocento famiglie; ora ne sono rimaste più o meno cinquecento. Ad adiuvandum allora il Comune, per il reinserimento dei nomadi di etnia rom e per la ricerca di soluzioni abitative alternative, ha avviato il progetto “La Città possibile”: ed è sull’efficacia effettiva di questo piano che l’esecutivo dovrà fornire informazioni. Con buona pace di tutti gli inquilini da decenni in attesa di un alloggio popolare del Comune…

La Lega contro il no allo sgombero

Una decisione difficile da mandare giù, su cui è polemicamente intervenuto, tra gli altri, anche Gian Marco Centinaio, capogruppo della Lega Nord al Senato che, commentando la sentenza di Strasburgo ha dichiarato: «La decisione della corte europea di sospendere lo sgombero del campo nomadi di Lungostura è semplicemente criminale. In Europa delirano, i palazzi di vetro così lontani dalla realtà obnubilano le menti di chi ha preso questa decisione. Suggeriamo loro di soggiornare nei campi o semplicemente nelle vicinanze per capire». «Comunque la pensi l’Europa – ha poi concluso Centinaio – i campi nomadi devono essere sgomberati e chi ci vive deve, in autonomia, trovarsi un alloggio pagando affitto e utenze come ogni cittadino perbene. Basta con questo peloso buonismo».

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