Il Sanremo “defazzizato” fa un nuovo boom di ascolti. Si pensa al Conti-bis

12 Feb 2015 14:42 - di Eleonora Guerra
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Oltre 1o milioni di spettatori e il 41,68% di share. Anche nella seconda serata, il Festival di Sanremo di Carlo Conti tiene incollati gli italiani allo schermo, facendo registrare una impennata sulla media della stessa serata dello scorso anno: Fabio Fazio ebbe 2,4 milioni di spettatori e 8 punti share in meno.

Antonacci e Wurst campioni di ascolti

I picchi di ascolti si sono registrati con l’esibizione di Biagio Antonacci, che dopo un medley dei suoi successi, ha rivolto un omaggio a Pino Daniele, cantando Quando, e con quella di Conchita Wurst, la cantante con la barba vincitrice dell’Eurovision 2014. Antonacci è stato il protagonista del picco di telespettatori, arrivati a quota 13 milioni 259mila, la Wurst dello share, che ha raggiunto il 53,21% della fascia oraria, quella successiva alla mezzanotte (erano le 00.10). Dunque, in termini di ascolto la scelta di puntare sulla trans austriaca ha garantito i suoi riscontri, per altro facilmente intuibili in anticipo: da un lato aveva suscitato polemiche e perplessità, dall’altro andava incontro ai desiderata del popolo del politically correct.

Già si pensa a un Conti bis

Grande soddisfazione è stata espressa dal direttore di RaiUno, Giancarlo Leone, che ha sottolineato come gli ascolti di questa edizione, con uno share medio del 45,6%, rappresentino «la media più alta degli ultimi dieci anni di Festival di Sanremo». Un successo che, secondo Leone, si può spiegare con il fatto che «l’età degli spettatori risulta diminuita. L’interesse da parte dei giovani – ha detto – può essere la chiave di successo di questo Festival». Grande entusiasmo anche da parte di Carlo Conti, per il quale «il clima è dei migliori». «Le canzoni di questo Sanremo stanno riempiendo le radio», ha aggiunto il conduttore, per il quale già si pensa al bis. «Dal mio punto di vista avrebbe senso, sarebbe ipocrita far finta di non averci già pensato», ha detto Leone, spiegando però che, come sempre, se ne riparlerà dopo una «giusta pausa» di riflessione.

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