Grecia, il voltafaccia di Tsipras sugli aiuti infiamma lo scontro politico
È stata una vera maratona parlamentare, conclusasi solo nella tarda serata. Alla fine, la maggioranza dei deputati di Syriza – il partito greco della sinistra radicale al governo – ha dato disco verde all’accordo raggiunto nei giorni scorsi dal premier Alexis Tsipras con l’Eurogruppo per una proroga di quattro mesi per il salvataggio del Paese. Secondo quanto riferito dall’agenzia Ana-Mpa, Tsipras ha chiesto ai suoi parlamentari di votare per alzata di mano sull’accordo con l’Eurogruppo e la maggioranza si è espressa a favore.
Syriza, il partito di Tsipras, si spacca sull’Europa
Il premier si è mostrato comunque cauto, anche perché sa bene di essere come un acrobata che cammina su un filo e, per giunta, senza rete. Il programma con cui ha vinto le elezioni è praticamente carta straccia. Il diktat di Berlino lo ha reso incompatibile con il piano di rientro concordato con i partner europei. Anche i proclami bellicosi del post-vittoria elettorale lasciano ora il posto a toni più meditati e riflessivi: «Faremo in modo – ha annunciato Tsipras – che l’esecutivo lavori in maniera rapida e governeremo sulla base del mandato popolare che ci è stato dato». Quanto a formulare una vera e propria proposta politica, il primo ministro ha preferito rinviare tutto alle decisioni dei parlamenti degli altri Paesi, il Bundestag in particolare. Dopo di che – spiega – «formuleremo una proposta politica nei due o tre giorni successivi».
Nea Dimokratia: «Il premier sta ingannando tutti»
Il ritorno del governo di Atene «con i piedi sulla terra»(copyright attribuito ad Angela Merkel) non è ovviamente passato inosservato. Nea Dimokratia, il partito di centrodestra guidato dall’ex-premier Antonis Samaras ha buon gioco nel sottolineare che la lista delle proposte di riforma sottoposte dal ministro delle Finanze Yanis Varoufakis all’Eurogruppo e che ha portato all’estensione dell’accordo sugli aiuti alla Grecia «è una copia esatta del piano di salvataggio», il famoso Memorandum portato avanti dal precedente governo. Il documento di ben 12 pagine dattiloscritte diffuso «ad uso interno» dal maggior partito di opposizione attacca duramente Tsipras, accusato di ingannare non solo i partner europei della Grecia ma anche i propri parlamentari.