Volevano portare rom e islamici in Parlamento: fallisce il colpaccio
Stavolta gli è andata male. Anzi, malissimo. La manovra di portare il partito dei rom o degli islamici in Parlamento non è riuscita. La sinistra vendoliana aveva preparato tutto accuratamente: un emendamento alla riforma elettorale «per assicurare la rappresentanza delle minoranze linguistiche». Detta così, poteva sembrare solo una puntualizzazione, il voler ribadire qualcosa di già esistente, e cioè il riferimento agli altoatesini. Spunta però un sospetto, un tremendo sospetto: qualcosa in quelle righe si nasconde perché i tedeschi altoatesini hanno già una rappresentanza assicurata nel Parlamento italiano, nonostante il loro 0,4 per cento. Dieci eletti, un gruppo abbastanza solido. E allora? Perché quell’emendamento?
Rom e islamici, trucco scoperto
A pensar male si fa peccato ma spesso ci si azzecca. Si comincia a valutare la situazione, qualche borbottìo tra i banchi di Montecitorio. “Si vuole estendere il privilegio, peraltro ingiustificabile, che ha il partito degli altoatesini ad altri”, tuona l’azzurra Micaela Biancofiore in aula. E il sospetto diventa più forte, quasi a diventare una certezza: c’è l’intenzione di assicurare la presenza in Parlamento ad altre formaziomni, magari di rom, sinti o anche di formazioni religiose di matrice islamica. Il passaparola è immediato, parte la controffensiva veloce per non cadere nella trappola. Il campanello d’allarme non suona a vuoto: la Camera boccia con voto segreto (oltre 350 voti) l’emendamento di Sel. La Biancofiore interviene richiamando profonde riflessioni sul momento storico che l’Europa sta vivendo e ricordando l’esempio egemonico della minoranza linguistica tedesca altoatesina che è maggioranza anche in Europa visto che si parla tedesco da Salorno a Kiel nel nord della Germania. Tutto questo può essere altamente pericoloso al netto della via istituzionale dello Statuto. Poi ha concluso: “Abbiamo stanato le finalità di Sel che sono state orgogliosamente respinte da un Parlamento non insensibile all’identità nazionale”. Per adesso il tentativo è andato a vuoto.