Italiani più poveri con Napolitano e i suoi governi (Monti, Letta e Renzi)

2 Gen 2015 10:04 - di Carlotta De Bellis

L’era di re Giorgio sarà ricordata anche come l’era dei governi delle tasse e del numero crescente di italiani più poveri. Tre primi ministri si sono succeduti, all’insegna dell’imposizione fiscale. «Nel 2011 – scrive ImolaOggi.it – quando, con un primo colpettino di Stato, re Giorgio ha nominato il bocconiano buono a nulla ma capace di tutto (dal 16/11/2011 al 27/04/2013), le famiglie in povertà assoluta erano circa 1,3 milioni. I cittadini in povertà assoluta invece, superavano i 3,4 milioni. Nel 2012, sempre con il governo abusivo Monticida le famiglie povere sono aumentate di 400 mila, fino ad arrivare a 1,7 milioni. I cittadini in povertà assoluta sono aumentati di ben 1 milione e 400 mila unità ed hanno raggiunto i 4,8 milioni. Nel 2013 re Giorgio si è reso conto che non riusciva ha portare il Paese nel letame nei tempi che si era prestabilito e allora ha cacciato l’incapace bocconiano sostituendolo con Enrico Letta. Il governo Lettamaio ha occupato abusivamente il governo dal 22 febbraio 2014 al 21 dicembre 2012, un totale di 300 giorni che gli sono serviti per impoverire esattamente mille famiglie a giorno. Infatti, le famiglie italiani in povertà assoluta sono aumentate di altre 300 mila unità rispetto al precedente governo Monticida e sono salite a 2 milioni. Ma non è finita: è stato capace di impoverire anche 4 mila persone al giorno. Infatti, i cittadini in povertà assoluta sono aumentati di 1 milione e 200 mila e hanno raggiunto i 6 milioni. Il Lettamaio, sempre per decisione della Monarchia Presidenziale di re Giorgio, come ricorderete, si è fatto scalzare da colui che è passato alla storia per aver detto: “Non vado al governo senza passare dal voto“. Bene, i guai che ha combinato l’Ebetismo (Matteo Renzi, ndr) sono talmenti tanti che l’Istat non è ancora riuscito a calcolarli. Ma come si può evincere dallo scopo per cui è stato nominato da Napolitano e da quanto possiamo tutti toccare con mano, la situazione è estremamente preoccupante, anche se non ancora drammatica. Per ringraziare il monarca mi auguro che si possa fare presto una Festa Nazionale per festeggiare le ‘dimissioni’ del dittatore democratico europeista e che si vada al voto prima di maggio 2015. “La vera emergenza nel nostro Paese si chiama Napolitano” diceva Fabrizio De Andrè, nell’agosto 1998. “La vera emergenza del nostro Paese si chiama Napolitano” lo ripete Armando Manocchia il primo gennaio 2015» su ImolaOggi.it.

 

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