Altro che contributo volontario, a pagare la scuola sono solo le famiglie

29 Gen 2015 18:47 - di Guglielmo Federici

Volete scrivere i figli a scuola? Care famiglie dovete pagare… La “buona scuola”, l’era degli annunci renziani era una bufala. Sembrava che si dovesse andare nella direzione dei contributi “volontari” chiesti a i genitori degli studenti, abbandonando l’odiosa obbligatorietà della crifra richiesta. Purtroppo non sarà così. Nonostante l’aumento straordinario di 50 milioni di euro per le spese di funzionamento delle scuole, dovremo sempre mettere mano al portafogli. La truffa continua. Scuola dell’obbligo sì, ma di pagamento…

Un contributo diventato un obbligo

Skuola.net ha infatti chiesto ai dirigenti scolastici di alcune scuole campione di tutta Italia, se grazie a questo aumento sarebbe tramontata l’era del contributo scolastico volontario chiesto talvolta insistentemente. E la risposta è stata unanime, no: i soldi del Miur non bastano, «sono solo briciole». Fateci capire. Non bastano i tagli del governo alle scuole, non basta uno stanziamento extra e a pagare siamo ancora noi? Ai tempi della Gelmini le piazze sarebbero piene di studenti e insegnanti. Oggi viene fatta passare per prassi una cosa che prassi non è. Giorgio Rembado, presidente dell’Associazione Nazionale Presidi, sostiene che «i nuovi finanziamenti sono sicuramente ben accetti, ma in un istituto di medie dimensioni la somma si traduce in 40 euro annui pro alunno, ancora non sufficienti per coprire le spese di funzionamento». Il ministro Giannini chiede però di non usare metodi vessatori nei confronti dei genitori: basta minacce di mancata iscrizione, liste di proscrizione per gli insolventi. Però si continua di fatto a battere cassa.

I “tagli” pagati dalle famiglie

 

Di fatto se si va nel sito di una qualunque scuola, nel modulo per le iscrizioni all’anno successivo si prescrive freddamente ma inesorabilmente che tra la documentazione da allegare c’è il fatidico bollettino, mai inferiore ai 100 euro, circa il doppio di quello che fornirebbe il Ministero. Non si indica, tra l’altro, in caso di bocciatura e di abbandono della scuola, cosa sarà di questi solini, che in una famiglia di più di un figlio sono tanti. Sembra sia diventato un atto dovuto. Ricordiamo che nel Settembre 2012 l’ex Ministro Profumo aveva promesso un piano di ampliamento del Fondo fino a 240 milioni di euro annuali da completarsi nel 2013. Tuttavia questo progetto non è mai andato in porto. Da Viale Trastevere arriva la motivazione sconcertante: l’aumento è «sfumato a causa di emergenze del Miur che ha dovuto dirottare l’incremento di fondi altrove». Per cui la Giannini si trova oggi a mettere mano a una voce del budget ministeriale che è rimasta congelata ai livelli del mandato di Mariastella Gelmini. Una situazione paradossale. Come paradossali sono i piagnistei dell’ Associazione Nazionale Presidi: «Dopo i tagli alla scuola di 8 miliardi decisi da Tremonti le scuole si reggono grazie alla buona volontà delle famiglie che si mettono le mani in tasca. Perciò l’inversione di tendenza del nuovo governo è importante ma non basta». Ma come?, tu tagli e io pago?

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