Sull’ecologia Marine Le Pen “copia” Rauti e sfonda a sinistra
Si chiamerà “Nouvelle écologie” il nuovo circolo di riflessione del Front National di Marine Le Pen. A guidarlo ci sarà Philippe Murer, economista ipercritico verso l’Euro e l’Europa dei banchieri, ex socialista vicino a Jacques Sapir, ardente sostenitore di una “ecologia patriottica”, ossia di una teoria che fa a pugni con il mondialismo parolaio, e che guarda all’ambiente in chiave nazional-ecologista, come fattore da difendere e, allo stesso tempo,valorizzare per creare sviluppo. Per Murer la Francia dovrebbe investire massicciamente nel settore dell’energia con una buona dose di pragmatismo, alimentando la ricerca per abbandonare definitivamente l’uso di combustibili fossili. Un progetto ambizioso, certo, ma dal forte carattere politico. Nel senso che si pone in contrasto netto con quella parte di ecologisti francesi che monopolizzano il tema ambientale sul versante di sinistra.
La svolta di Philippe Murer
La Nouvelle écologie punta ad offrire importanti e significativi spazi di occupazione in una Francia segnata fortemente dalla crisi. Lo stesso Murer si è avvicinato al Front National dopo aver scoperto che Marine Le Pen aveva iniziato ad affrontare un tema così rilevante con piglio deciso e profonda consapevolezza. Proprio riferendosi ai lavori del Front National sulla transazione energetica, il noto ricercatore francese ha affermato che si tratta di riflessioni “perfettamente concepibili se si mette in atto una politica protezionista nel settore, accedendo alla liquidità della Banca di Francia per finanziare grandi investimenti”. Nel processo di avvicinamento alle elezioni presidenziali, per le quali appare favorita, Marine Le Pen ha inserito, un altro importante tassello nel mosaico programmatico del Front National, quello ambientalista.
Le intuizioni di Pino Rauti e i movimenti Gre e Fare Verde
Vale la pena ricordare che, in Italia, ancor prima che la sinistra tentasse di imporre il “monopolio” sui temi ambientali, a cavallo tra gli anni Settanta e Ottanta, fu la destra di Pino Rauti ad aprire importanti riflessioni sull’argomento. Con la rivista Dimensione Ambiente, il grande teorico nazionalpopolare, diede vita ad una vasta serie di approfondimenti culturali e scientifici. Nacquero allora i Gre, Gruppi di ricerca ecologica, struttura parallela del Movimento sociale italiano, capace di attrarre personalità del mondo scientifico e della ricerca, e di invogliare molti giovani ad un impegno diretto in quel campo. Fare Verde, successivamente, ne fu promanazione militante grazie alla dedizione dell’indimenticabile Paolo Colli. Insomma, la Le Pen ecologista sembra ripercorrere in Francia i tratti salienti di un movimento che riesce efficacemente a rimodulare alcuni temi, impropriamente attribuiti da una certa vulgata alla esclusiva sfera di interesse della sinistra. La verità è un’altra. Da Rauti in poi l’Ambiente fa parte, a pieno titolo, dell’inventario dei valori dei movimenti autenticamente nazional-popolari, acquisendo un rilievo culturale oltre che naturalistico. Definire l’ecologia di sinistra è un errore. Di più: una grossolana stupidità. Marie Le Pen docet.