Straniero aggredisce poliziotta: subito libero. La Boldrini? stavolta tace

2 Dic 2014 19:09 - di Mariano Folgori

Prende a pugni una poliziotta, la manda all’ospedale, ma non fa neanche un giorno di carcere. L’aggressore, un marocchino di 30 anni, è tornato subito in libertà, dopo il pr0cesso per direttissima. È un fatto gravissimo, una vicenda amara che suscita indignazione, anzi doppia indignazione. Perché la vittima, Margherita Buttarelli, è un tutore dell’ordine e perché è una donna. Ma la sinistra delle  istituzioni tace. Che fa la presidente Boldrini? Lei, sempre pronta a difendere le donne, perché stavolta tace? Forse perché quella donna era una poliziotta e l’aggressore un immigrato, un appartenente cioè alla categoria prediletta dalla terza carica dello Stato? La sinistra tace. E, allorquando parla, minimizza o si nasconde deitro i soliti giri di parole. L’assessore alla Politiche di genere del comune di Rimini (città dove è avvenuta l’aggressione) si limita ad esempio  a esprimere «perplessità» e ad auspicare un’azione «culturale».

 L’indignazione del Siulp

Alla fine, a denunciare l’ingiustizia e a esprimere indignazione ci sono solo i sindacati di polizia. La scarcerazione dell’aggressore di una poliziotta a Rimini è per il Siulp «la prova che se il governo non interviene immediatamente per ripristinare l’autorevolezza delle istituzioni e dei suoi servitori, il rischio è di una anarchia totale». Felice Romano, segretario del sindacato, solidarizza con la collega spiegando di non voler entrare nella polemica «se è colpa delle leggi o della magistratura per come le interpreta nella loro applicazione». Romano bolla l’episodio riminese come l’ennesimo «schiaffo» a un poliziotto che fuori dall’orario di lavoro ha difeso delle donne vittime di aggressione. «Se non si interviene con norme severe che prevedono pene certe e immediate per chi rappresenta le istituzioni significa che la criminalità è ormai padrona» spiega, invitando il governo a riflettere e a intervenire «per fermare questo clima di anarchia». Ma con il politically correct al governo è difficile che il suo appello possa, oggi, trovare ascolto

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