Il trio comico Aldo, Giovanni e Giacomo difende gli “okkupanti”

15 Dic 2014 16:53 - di Luca Maurelli

Campioni d’incasso al box office già nel primo week end di programmazione,  Aldo, Giovanni e Giacomo si preparano a festeggiare un Natale di grandi successi grazie al film “Il ricco, il povero e il maggiordomo”, la pellicola che li sta riportando agli antichi splendori dopo un periodo di appannamento. Peccato che leggendo le interviste che hanno accompagnato l’uscita del film, tutto incentrato sull’amoralità dei ricchi, sulla speculazione finanziaria ai danni dei cittadini e sulla mancanza di solidarietà a danno degli immigrati, si scopra che i campioni della legalità sono scivolati clamorosamente su un tema che ha molto, molto a che fare con la moralità della vita pubblica: l’occupazione delle case popolari a Milano. Su questa vicenda, da qualche mese, il Comune di Milano è impegnato in una braccio di ferro con gli “abusivi” e va avanti a sgomberi, puntualmente ostacolati dalla presenza di gruppi di no global e centri sociali. Ma ecco cosa ne pensa uno dei tre comici: “Se a Milano esistono 9700 appartamento sfitti, che senso ha buttare fuori dalle case duecento persone?», si chiede Giovanni in questa intervista al Corriere.it, “basta far entrare un tecnico in casa e valutare cosa c’è da fare e consentire agli inquiini di non pagare il canone per un anno, così si possono riempire le 9700 case senza buttare fuori gente povera, così si toglie anche la possibilità di sfruttamento da parte della criminalità…». E Giacomo: “Bravo Giovanni!». E Giovanni: «Eh, sono stato bravo, Radio Popolare, eh!». E Giacomo: «No, sei su Corriere.it…».

“Non sono su Radio Popolare?»

Ecco, appunto, Giovannino credeva, o sperava, di essere a Radio Popolare, la storica emittente di sinistra megafono dei centri sociali. A Giovannino bisognerebbe ricordare che per ogni “okkupazione” di casa popolare, fomenatata e protetta dai gruppi ultrà della sinistra, c’è una famiglia, legittima assegnataria, che resta senza un tetto. E che per rispettare la legge si ritrova vittima di soprusi, prepotenze, senza nessuno che la difenda. Ecco che allora, se il sindaco Pisapia fa ciò che va correttamente fatto (con grande ritardo…), ovvero far rispettare la legalità negli alloggi Aler, vedere che un artista, in modo superficiale, per strappare un sorriso, entra a gamba tesa su un argomento così insiodioso, fa più piangere che ridere. A Milano, così come accade in altre città italiane, Roma compresa, spesso le famiglie che legittimamente abitano in case assegnate, se le ritrovano occupate da un giorno all’altro da chi entra e ne prende possesso – immigrati, rom ma anche italiani senza scrupoli – semplicemente forzando una serratura. Per cacciarli di lì, poi, serve solo la forza pubblica, quella che a Milano sta cercando di riportare l’ordine, non senza difficoltà: lo spiega bene questo articolo del Corriere, che evidenzia – Salvini a parte – come lasciare la casa incustodita, per tante famiglie povere, sia diventato ormai un incubo. Peggiore, molto peggiore che trovare una lunga fila al botteghino per Aldo, Giovanni e Giacomo.

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