Ignazio La Russa politically incorrect: “i rom sono culturalmente ladri”

2 Dic 2014 16:57 - di Guglielmo Federici

Un intervento che lascrà il segno di sicuro. L’ex ministro della Difesa, oggi deputato di Fratelli d’Italia, Ignazio La Russa, non teme le polemiche e durante la trasmissione radiofonica “La Zanzara” in onda su Radio24, ha rilasciato delle dichiarazioni che stanno “scaldando” il web. Sfidando il politically correct ha detti che “i rom sono culturalemente ladri”, proprio mentre ancora infuria la polemica suscitata dalla foto del governatore toscano Enrico Rossi con i suoi vicini di casa, una famiglia rom. La Russa non ha rinunciato a dire la sua.

«Il loro è un modello di vita»

Questo il suo intervento: «I rom sono culturalmente ladri, non fanno estorsioni, ma rubano tutto il rame che trovano in giro». Incalzato da Giuseppe Cruciani, La Russa ha ribadito il concetto: «Come diciamo che culturalmente i francesi amano l’amore e gli italiani la musica, i rom culturalmente sono ladri». Il parlamentare stuzzicato da Cruciani sulle cronache di queste settimane e in particolare sulle occupazioni abusive delle case che hanno per protaginisti i rom, ha fornito la sua chiave di lettura : «Il loro modello di vita, quello dei nomadi, è di non considerare la proprietà come una cosa intangibile. Se qualcuno arriva a casa tua e trova la porta aperta, se passa un siciliano è probabile che non entri se passa un rom le probabilità che entri sono molto, molto, molto alte».

Altra “provocazione” sui gay

La Russa – per la gioia del conduttore della Zanzara – si getta su un altro totem intoccabile del conformismo intellettuale, l’omofobia e anche qui non rinuncia a saltare con i piedi nel piatto, come si suol dire: «Se invece di andare con le ragazze lo avessero accusato di essere gay ora Berlusconi sarebbe Presidente della Repubblica». Non male come provocazione. Si getta a capofitto Cruciani: esiste per lei un lobby gay?, incalza. Risposta: «Sì, certo che esiste. Sicuramente. Il problema è sull’adozione. Nessuno deve scegliere al posto di un bambino»

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