Fa rabbrividire la foto del piccolo Ismail tra i miliziani dell’Isis

22 Dic 2014 15:11 - di Silvano Moffa

La foto è di quelle che fanno rabbrividire. Viaggiano in rete, su Internet, gli occhi spauriti di un bambino con a tracolla un mitra, condotto per mano dal padre, un guerrigliero dell‘Isis che lo ha sottratto alla madre e portato tra i miliziani in Siria. Si chiama Ismail. La madre, una cubana di nome Lidia Solara Herrera, lo ha riconosciuto. La donna vive nel Veneto. Fino a poco tempo fa il padre di Ismail, Ismar Mesinovic, faceva l’imbianchino da quelle parti. Poi, un giorno, ha deciso di arruolarsi tra i combattenti della jihad. E ha trascinato con sé, in questa autentica follia, il figlioletto di due anni, per farlo diventare un bimbo-soldato.

Il grido di dolore della madre

Non è il primo caso e , purtroppo, non sarà neanche l’ultimo di bambini trasformati in piccoli guerriglieri, messi  in posa tra armi da guerra, bandiere e simboli di morte, testimoni innocenti del terrore. Un terrore che soltanto l’odio cieco ed aberrante di una mente perversa può infondere nell’animo indifeso di una inerme creatura. In quegli occhi profondi e tristi si legge la sconvolgente tragedia di una cinica sottrazione di vita e di speranza. A Ismail questo padre, il cui cervello è imbevuto di deliranti idee fondamentaliste, ha sottratto il bene supremo dell’amore. Quell’amore caldo, protettivo, sublime, paterno, che ogni genitore coscienzioso e sano di mente sa offrire al proprio figlioletto. Al piccolo Ismail è negata la spensieratezza dei suoi coetanei. La sua vita in mezzo ai miliziani mussulmani è una vita spezzata, offesa, piegata. Il pianto dirotto della madre , “ridatemi mio figlio”, angoscia e commuove.

Rischio assuefazione

Eppure, commozione e angoscia non bastano. Non possono bastare. Quella foto, come le foto dei bambini uccisi barbaramente in Pakistan  una settimana fa dalla follia omicida talebana, non possono essere rimosse, dimenticate, accantonate. Non c’è niente di peggio della assuefazione. Nel circuito mediatico di Internet è  il rischio più grande che si corre. Il rischio che nella rete tutto si disperda, si scolorisca, sbiadisca. E’ disumano uccidere i bambini, usarli come cavie, carpirne la innocenza. E’ disumano, lo ha ricordato Papa Francesco. Ma è anche orribile che l’Occidente non faccia nulla per difendere la loro vita, dopo aver colpevolmente fatto crescere in casa propria gli adepti più feroci del fondamentalismo islamico.

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