La Boldrini dal populismo alla casta: com’è bello il finanziamento dei partiti

19 Dic 2014 18:38 - di Antonella Ambrosioni

Laura Boldrini, la demagoga, la populista dell’anticasta ora detta il contrordine: il finanziamento pubblico ai partiti è necessario, anzi vitale. Ne va della democrazia. A febbraio scorso lo stop ai rimborsi elettorali ai partiti, sostituito dai contributi volontari dei cittadini, fu visto come la panacea di tutti i mali del sistema dei partiti. Oggi donna Laura fa una inversione di marcia e scopre l’acqua calda.

Marcia indietro

Forse abbiamo esagerato, fa capire la presidente della Camera, solitamente prevenuta contro tutto quello che sa di ancient régime . «Serve una riflessione così come bisogna riflettere su come regolamentare le lobby. Non sono soddisfatta, anzi ho una grande preoccupazione per la situazione attuale». Ma guarda. «Abbiamo deciso – spiega – di abbandonare il finanziamento pubblico che non era difendibile, ma ora siamo senza. Siamo davvero sicuri che il privato finanzi la politica perché ha amore della cosa pubblica? Non saranno alla fine tutti a presentare il conto?».

La scoperta dell’acqua calda

Credeva fosse “amore della cosa pubblica”, invece sono le casse (vuote) dei partiti che piangono e per fare politica le strade sono poche. Quella abbandonata con tanto furore iconoclasta, oggi viene rimpianta con una piroetta acrobatica da parte della Boldrini. Di fronte alle casse vuote dei partiti anche una paladina dell’anticasta, come lei ama dipingersi, vacilla…

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