Sclerosi multipla, ora c’è una speranza: e viene dall’Italia

20 Nov 2014 14:31 - di Antonio Pannullo

La sclerosi multipla è una di quelle malattie che fanno dubitare dell’esistenza di Dio, per parafrasare il professor Veronesi. Si tratta di una delle patologie più feroci della nostra epoca, e per la quale, a oggi, non esiste alcuna cura. La malattia colpisce le cellule nervose impedendo la comunicazione tra cervello e midollo spinale. In Italia ci sono tra i sessantamila e i settantamila casi. Non si sa come venga, o da dove venga, si è osservato però che colpisce maggiormente i Paesi industrializzati. La sclerosi è degenerativa, ossia tende a peggiorare, e causa una vasta gamma di danni neurologici che conducono fino alla disabilità fisica e anche cognitiva. La speranza di vita con questa malattia diminuisce di 10-15 anni rispetto a quella di una persona sana.

Un protocollo rivoluzionario

Ebbene, oggi forse c’è una speranza concreta per gli ammalati di sclerosi multipla. E la speranza viene proprio dall’Italia. La storia di Fabrizio De Silvestri potrebbe essere quella di ognuno di noi che, un giorno qualsiasi, si accorgesse di essere stato colpito dalla sclerosi, magari con un bruciore al braccio. De Silvestri, che è avvocato, fu colpito venti anni fa – ora ne ha 42 – quando era un giovane felice, uno sportivo; la sua vita ne fu pesantemente condizionata. «Ma non permisi alla sclerosi di distruggermi», dice oggi. «Dopo aver seguito le terapie consuete, a un certo punto mi sono stufato, e ho iniziato a studiare». Ognuno di noi farebbe lo stesso. Insomma De Silvestri, che è un naturopata, in capo a qualche anno è diventato un esperto, non si è arreso. E ha messo a punto un protocollo, un protocollo che dà risultati confortanti. «Io non mi potevo nemmeno muovere – dice – non potevo camminare. Oggi invece mi sposto autonomamente». Miracolo? No, semplicemente la messa a punto di un nuovo farmaco, già brevettato da lui (non per niente è avvocato), che è stato ottenuto mischiando farmaci che servono a tutt’altro. Unitamente a una dieta alimentare severa. E funziona.

L’alimentazione alla base dei miglioramenti

«Sì, a un certo punto, dopo ben 18 anni di terapie varie, ho deciso di prendere in mano la mia vita, nel bene e nel male. Per prima cosa ho cambiato alimentazione, perché avevo notato che i sintomi cambiavano a seconda della dieta. In seguito, insieme con la dottoressa Annalisa Grasso, Fabrizio Romani e altri esperti, ho brevettato questo farmaco. Il protocollo poi prevede esercizi specifici di fisioterapia». De Silvestri sperimentò il protocollo su se stesso, con risultati sorprendenti: dalla sedia a rotelle a camminare normalmente. «Adesso ci sono una ventina di malati che stanno seguendo il protocollo – racconta – e i primi risultati sono davvero incoraggianti. È ovvio che dobbiamo sempre essere prudenti prima di alimentare troppe speranze, ma sono fiducioso». Il protocollo si chiama “7 to Stand“.

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