Poliziotti, ecco il decalogo: alle botte rispondete con l’eloquio
Poliziotti, il decalogo (buonista) è questo: il vademecum dell’agente perfetto, irreprensibile e impeccabile, abbozzato sul tavolo ministeriale non piace affatto al Sap (sindacato autonomo polizia) che già alle prime battute ne ha contestato in qualche modo genericità, inattendibilità e pretestuosità delle norme. Nuove regole d’ingaggio elaborate e riassunte in una quindicina di schede che, a detta del sindacato di categoria, punterebbero su un teorico «approccio basato sul dialogo» che poco si confà alla pratica quotidiana con cui le forze dell’ordine hanno ordinariamente a che fare, alle prese con situazioni violente o con soggetti potenzialmente pericolosi.
Un decalogo buonista e inapplicabile
E allora, deporre lo sfollagente e infilare i guanti di seta, sembra leggere tra le righe dei commenti a precetti e disposizioni, potrebbero non essere una metodologia idonea. Almeno, non per la tutela delle forze dell’ordine a cui, tra indicazioni e suggerimenti indiretti – che riguardano dal ricorso alle armi di coazione fisica alle operazioni d’identificazione, fino all’onere del rimpatrio, di tutto un po’ – vengono di fatto messe le manette ai polsi e il bavaglio alla bocca. E allora, a dare una rapida scorsa, tra le soluzioni individuate che potrebbero esporre a rischi certi i poliziotti in servizio in situazioni difficili, viene raccomandato, per esempio, di utilizzare i manganelli solo in caso di «guerriglia», e per colpire eventualmente solo specifiche parti del corpo, risparmiando le articolazioni. Viene consigliato di prediligere «l’approccio comunicativo» e, in caso di reazioni violente da parte dei soggetti fermati, di «agire in modo graduale». Ecco allora, riassunte in tre schematici punti, le nuove regole d’ingaggio dei poliziotti.
Le nuove regole d’ingaggio in pillole
1 – Istruzioni per l’uso. La bozza del nuovo manuale in dotazione alla polizia per l’intervento sul territorio si intitola «Principi e istruzioni operative di carattere generale per il personale della Polizia di Stato sull’uso legittimo della forza e dei mezzi di coazione fisica»: quindici schede che contemplano una gamma di casi d’intervento e il ricorso ai relativi strumenti a disposizione degli agenti (dalle manette allo spray, dallo sfollagente alle armi da fuoco).
2 – L’abc dell’approccio. In caso di controlli o fermi per l’identificazione, si dovrà procedere con l’invito a fornire i documenti e solo in un secondo momento passare a toni più perentori. In caso di reazioni psichicamente imprevedibili, poi, gli agenti saranno tenuti a congelare la scena in arrivo del personale medico, mentre di fronte ad atteggiamenti particolarmente offensivi si potrà fare uso di strumenti di coazione fisica, ma solo se necessario.
3 – La tecnica dialogante. In caso di rimpatrio, infine, il vademecum suggerisce col soggetto fermato un «approccio comportamentale di tipo comunicativo», attraverso «ordinativi volti ad ottenerne la desistenza».