Legge di Stabilità: Bruxelles rinvia la pagella italiana a marzo
Rimandata a marzo. È arrivata la tanto temuta pagella europea sull’Italia che ha evitato la bocciatura della legge di Stabilità 2015 presentata a Bruxelles ma l’anno prossimo, evidenzia la Commissione Ue, il nostro Paese dovrà «adottare le misure necessarie per garantire che il bilancio sia conforme al Patto». Bruxelles procederà a un nuovo esame e valuterà la situazione italiana a inizio marzo 2015 insieme a quella di Francia e Belgio. Il verdetto arriva in contemporanea agli ultimi dati Istat di segno negativo: lo scorso ottobre l’Italia, tra i 18 Paesi dell’Eurozona, ha registrato il maggior incremento del tasso di disoccupazione, salito dal 12,3 di settembre al 13,2%.
Sos crescita
L’Italia «ha fatto qualche progresso» sul fronte delle raccomandazioni Ue, sostiene la Commissione, ma «ne devono essere fatti di più». Per far scendere il debito servono «politiche per aumentare la crescita, tenere la spesa primaria sotto stretto controllo aumentando l’efficacia della spesa pubblica, così come le previste privatizzazioni».
Juncker: ho fatto la scelta di non sanzionare
«Se sei presidente della Commissione europea, devi saper ascoltare i Paesi e i loro governi. Devi capire che cosa sta succedendo anche nella politica interna di ciascuno stato membro. Ho fatto la scelta di non sanzionare. Sarebbe stato facile punire i Paesi che non rispettano le regole del Patto: bastava applicare le procedure previste. Ma io ho scelto di lasciarli parlare. E di ascoltare». Così il presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker in un’intervista a Repubblica nella quale spiega che l’analisi di Bruxelles sarà approfondita e per nulla compiacente. «Per alcuni Paesi saranno necessari sforzi supplementari. Ma un conto è dire chiaramente come e perché non si rispettano gli impegni del Patto. Un altro è punire con sanzioni e procedure».
L’ottimismo di Padoan
È convinto di passare gli esami di riparazioni il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan. «La Ue dirà che ci sono circostanze eccezionali negative in termini di profonda recessione per il Paese ma anche in termini positivi come l’agenda delle riforme strutturali. Tutto ciò fa sì che il Paese con un alto debito ha la possibilità di mettere in moto un meccanismo virtuoso».