Francia, sinistra nel mirino della satira: «Immigrati, andate nelle loro ville…»

18 Nov 2014 20:56 - di Roberto Frulli

C’è la foto di un sorridente Jacques Attali in completo grigio che si augura: «dovrebbe essere organizzato l’arrivo di due milioni di stranieri l’anno fra il 2020 e il 2040». E, più sotto, «Benvenuti a casa mia. Siete immigrati e senza domicilio? Jacques Attali vi invita ad abitare con lui a: 5, Avenue de Messine, 75008 Paris». Che poi, altro non è che lo studio prestigioso dell’economista Attali, saggista e banchiere internazionale, figlio di un agiato commerciante francese pied-noir di religione ebraica, frequentazioni di lusso, eminenza grigia di Mitterand e poi presidente della Commissione Attali (nella quale giganteggiava Mario Monti…) voluta da Sarkozy per cercare soluzioni alla crescita economica.
Sbeffeggiato e deriso da quei buontemponi, ma neanche tanto, del Mouvement pour la Remigration che propugnano, appunto la remigrazione, un piano per il ritorno degli immigrati nei loro Paesi d’origine, Attali è il modello perfetto – ma, ovviamente, non l’unico – per la campagna choc dell’organizzazione politica francese, nata il 21 settembre e che sta facendo velocemente proseliti, che ha preso di mira, in maniera dissacrante e politically incorrect, i mostri sacri della Francia e le icone della gauche caviar che, un po’ per ideologia, un po’ per atteggiamento radical chic, un po’ per bassi calcoli politici, si augurano una società multirazziale ad ogni costo.

Sfottò planetario per i populisti radical chic francesi

Il costo, in questo caso, è una campagna di sfottimento di dimensioni planetarie. Un dito in un occhio a questi personaggi che non mancano mai di mettersi sul pulpito e fare populismo a buon mercato. Nulla di nuovo, quello che fa anche una certa sinistra in Italia.
Solo che, appunto, il marketing politico del Mouvement pour la Remigration lì in Francia li ha infilzati uno per uno come polli allo spiedo. Il concetto è semplice quanto efficace. Ed è quello che si sente dire per strada, dalla gente comune in fila alle Poste, mentre si aspetta il proprio turno dal pizzicagnolo sotto casa: perché, visto che ci tengono tanto a far venire gli immigrati, non li ospitano a casa loro, nelle loro belle case di lusso, nei quartieri ultrachic di Parigi? Detto e fatto.
Attali è in buona compagnia. C’è Cécile Duflot, segretaria del partito Europa Ecologia – I Verdi ed ex-ministro francese della Giustizia Territoriale e dell’Alloggiamento sotto Hollande che recita dal dissacrante manifesto del Movimento per la Remigrazione: «Esigiamo che il governo (francese) si impegni a regolarizzare tutti gli immigrati clandestini residenti in Francia». Anche la sua pretesa è servita: il Movimento per la Remigrazione avvisa tutti gli immigrati e i senza tetto francesi: avete bisogno di un alloggio? Vi ospita Cécile Duflot. E, più sotto l’indirizzo per esteso: 6 Rue Chaudron – 75010 Paris. Ce ne è per tutti.

Sarkozy “offre” i suoi uffici superlusso ai clandestini

Ecco Nicolas Sarkozy che, prima da ministro dell’Interno e, poi, da Presidente della Repubblica, ha attribuito la nazionalità francese a un milione 396.000 immigrati. Anche lui “offre spontaneamente” i suoi nuovi uffici presi in affitto per 180.000 euro l’anno in uno schicchissimo edificio Haussmann, completamente ristrutturato – 323 metri quadri  suddivisi in 11 camere incastonati nell’8 arrondissement di Parigi – come alloggio a immigrati e senza tetto: 77 rue de Miromesnill, 75008 Paris. Sarà felice, certamente Madame Sarkozy, Carla Bruni, altra icona pregiata della sinistra chic. Che forse non aprirà solo la casa ma anche i suoi bei guardaroba agli immigrati. Appena aveva messo piede nei nuovi uffici, Sarkozy aveva subito provocato alcuni malumori fra i vicini preoccupati per la sicurezza. C’è da scommetterci quanto saranno contenti ora che verso il prestigioso ed esclusivo indirizzo stanno convergendo pattuglino di immigrati e senza tetto convinti di trovare Sarkozy e signora pronti a cedergli un paio di stanze affrescate per schiacciare un pisolino.

L’esegeta pedofilo infilzato dal Mouvement per la Remigration

Ma nel pantheon voluto dagli estrosi creativi del marketing del Mouvement pour la Remigration c’è posto, ovviamente, anche per il gioiello di famiglia della sinistra al caviale, quel Daniel Cohn-Bendit protagonista del maggio ’68 in Francia, parlamentare europeo e co-presidente dei Verdi Europei che nel libro “Le Grand Bazar“, scritto nel 1975, si espresse così sulla sua esperienza di educatore in una scuola materna alternativa di Francoforte: «il costante flirt con tutti i bambini assunse presto tratti erotici, potevo davvero sentire come le ragazzine di cinque anni avevano già imparato come abbordarmi». E più avanti nel testo: «mi è successo più volte che alcuni bambini mi abbiano aperto la patta dei pantaloni e abbiano iniziato ad accarezzarmi. Io ho reagito in modo diverso a seconda delle circostanze, ma il loro desiderio mi creava dei problemi. Ho chiesto loro: «Perché non giocate tra di voi, perché avete scelto me e non gli altri bambini?». Se loro insistevano, però, li accarezzavo». Questo esegeta della pedofilia, che nel 2010 ha tentato di sostenere al settimanale Die Zeit che la sua era «una provocazione intollerabile» tesa a «scioccare i borghesi», è un altro gustoso bersaglio della campagna del Mouvement pour la Remigration. Sul manifesto sul quale campeggia lo scapigliato politico c’è la sua frase che più ha fatto inferocire i francesi: «sarebbe bene che la percentuale di stranieri arrivi, un giorno, a un terzo della popolazione mondiale. La barca è ben lungi dall’essere piena, è ancora troppo vuota». Anche per lui lo stesso trattamento: l’invito agli immigrati ad andare ad abitare da lui, in questo caso negli uffici in Rue François 1er di Europa1, l’emittente dove il campione del maggio ’68 tiene una trasmissione, “L’umore di Dany“. Anche qui c’è da chiedersi quale sarà l’umore di Dany quando vedrà arrivare a Rue François 1er battaglioni di immigrati con il fagotto sotto il braccio, pronti a prendere alloggio nei suoi uffici grazie al cortese invito del Movimento per la Remigrazione.

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *