Addio a Filippo, fratello del martire di destra Carlo Falvella

19 Nov 2014 18:09 - di Aldo Di Lello

Lutto nel mondo della destra. All’età di 59 anni è morto Filippo Falvella, fratello di Carlo, il militante diciannovenne del Fuan di Salerno ucciso a coltellate nel 1972 da un estremista di sinistra, l‘anarchico Giovanni Marini,  che era spalleggiato da altri due facinorosi. Quell’omicidio efferato suscitò grande sdegno ed enorme  impressione nel mondo della destra italiana, consegnando la figura di Carlo alla memoria intangibile di una intera comunità umana e politica, che ricorda da 42 anni il giovane martire salernitano accanto alle figure degli altri ragazzi assassinati dall’odio comunista nel corso degli anni ’70 e ’80.

Colpito dalla tragedia a 17 anni

Filippo, ma tutti lo chiamavano Pippo,  all’epoca della tragedia aveva 17 anni e fu segnato da quella tremenda esperienza insieme con tutta la sua famiglia. Continuò la battaglia del fratello, impegnandosi con notevole motivazione ideale nell’azione politica. Tra il 1980 e il 1990 fu consigliere comunale del Msi-Dn a Salerno, per poi aderire ad An. Accanto alla passione politica, Pippo Favella si è dedicato con notevole impegno alla tutela dei dritti del lavoro. Era uno degli avvocati giuslavoristi più in vista, non solo di Salerno, ma dell’intera Campania.

Il ricordo di Enzo Fasano

Così lo ricorda il senatore Enzo Fasano, che di Pippo Falvella era grande amico. «È stato un protagonista ed ha vissuto con grande forza d’animo la tragedia che lo ha colpito. A molti può capitare di essere piegati dal lutto, a lui no: il ricordo del fratello è stato per lui di stimolo e fattore di spinta ideale». Falvella si impegnò in prima linea in grandi battaglie politiche. «E non era facile in quegli anni, neanche al Sud, fare politica a destra», ricorda sempre Fasano. «Ma Pippo aveva un grande amore per Salerno. E svolse il suo impegno anche in campo sindacale, nella Cisnal». In Falvella la  forza morale e la grandezza d’animo si esprimevano anche nel rifiuto di predicare odio e rancore. «Era uomo della pacificazione -ricorda il parlamentare salernitano – e tale qualità gli era riconosciuta da tutta la città». La stessa dignità e la stessa forza morale la dimostrò, alla fine, nell’affrontare la lunga malattia.  La forza di Pippo Falvella è  la forza dell’esempio e della testimonianza ideale. La forza e l’esempio di un buon italiano e di un vero uomo di destra, a cui fu strappato giovanissimo uno degli affetti più cari.

 

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