«Stop all’invasione degli immigrati»: l’Inghilterra insorge. Solo l’Italia resta nell’equivoco
Ora tocca all’Inghilterra. Il primo ministro britannico David Cameron non è più disposto a subire passivamente l’invasione degli extracomunitari e vuole un’azione che permetta a Londra di avere un controllo effettivo sull’immigrazione. Proprio per questo, ha tirato in ballo i Paesi Ue («occorre una stretta») e ha annunciato di voler lanciare «un ultimo tentativo» per rinegoziare il rapporto con Bruxelles. Una presa di posizione dura, che si accoda ad altre prese di posizione pressoché identiche di altri governi del Vecchio Continente. Solo l’Italia non trova il coraggio di uscire dall’equivoco, annunciando sempre nuove iniziative che si rivelano un bluff . Secondo il Times, Cameron ha promesso ai suoi deputati un annuncio «che cambi le carte in tavola» su questo tema, che «quasi sicuramente» dovrebbe arrivare prima di Natale. Fra i conservatori c’è chi preme affinché questo annuncio venga fatto prima della elezione suppletiva di Rochester, Inghilterra orientale, in programma il 20 novembre. Si tratta di un appuntamento cruciale per il partito di Cameron, che ha subito due defezioni di suoi parlamentari passati fra le file dell’euroscettico Ukip proprio per protestare rispetto alla linea del governo sull’immigrazione. A Rochester l’ex tory Mark Reckless è candidato per gli euroscettici di Nigel Farage. Si rischia il bis dopo il successo di Douglas Carswell, anch’egli un “transfuga” dei conservatori che è diventato il primo deputato dell’Ukip nella recente suppletiva di Clacton. Sempre secondo il Times, il governo valuta opzioni radicali come quella di introdurre un «freno di emergenza» agli ingressi da alcuni Paesi europei. Il tabloid Sun va oltre, affermando che Cameron chiederà a Bruxelles il diritto di limitare l’immigrazione europea come «prezzo» da pagare per la permanenza del Regno Unito nell’Ue.