Renzi fa il pavone: abbasso le tasse. Ma il bluff delle coperture non ha ingannato nessuno
Sul giornale della Confindustria Stefano Folli firma oggi un commento che è al tempo stesso un’apertura di credito e un monito al premier Renzi a proposito della legge di stabilità: “Sulla carta – si legge sul Sole 24 Ore – il famoso tetto del 3 per cento del deficit è rispettato, ma si sono anche poste le premesse dello sfondamento se le maggiori spese non fossero compensate da tagli efficaci e soprattutto autentici…”. 11 miliardi in deficit sono debiti e i debiti si coprono con le tasse, tuona Renato Brunetta. Se si fanno tagli alle Regioni e ai Comuni si pongono i presupposti per ulteriori imposte. E che non si tratti di una critica infondata lo dimostra l’avvertimento lanciato al premier dal presidente del Piemonte Sergio Chiamparino:”A Matteo rispondo senza problemi: quattro miliardi di tagli per le Regioni sono davvero tanti, sentendo i miei colleghi non vedo proprio tutti questi margini per scongiurare un aumento delle imposte”. C’è poi il solito fronte della sinistra ribelle con cui Renzi dovrà guerreggiare: dopo avere ingoiato un’indigesta riforma del lavoro i dissidenti dem sono pronti a fare le barricate sulla legge di stabilità. A suonare la carica è Stefano Fassina, per il quale quella di Renzi non è una manovra di sinistra: “Sono tagli insostenibili, non si chiedono alle Regioni ma alle famiglie per le mense scolastiche; si chiedono ai pendolari che utilizzano il trasporto pubblico; alle persone che hanno bisogno di assistenza; agli studenti che avevano le borse di studio. Si chiedono alle mamme e ai papà per gli asili nido dei figli…”. Toni che provengono dallo stesso partito di cui Renzi è leader e che prefigurano quale sarà l’argomento del braccio di ferro futuro: i tagli alla spesa pubblica e il finale è sempre scontato. Alla fine la promessa di abbassare le tasse resterà sulla carta. Il più concreto ministro dell’Economia Padoan lo ammette senza infingimenti: con la spending review sugli enti locali le Regioni potrebbero aumentare le tasse. Anche Renzi lo sa ma come al solito procede a suon di slogan e affida a twitter il trillo mattutino per autocomplimentarsi: “Abbassare le tasse, come tagliare gli sprechi, non è di destra né di sinistra: in Italia è semplicemente giusto #lavoltabuona”. E lo fa proprio mentre si apprende che un articolo della legge di stabilità prevede che dal 2016 possano aumentare l’Iva e la benzina. Il solito andazzo.