Per una parte del Pd il “manganellatore di operai” è il premier

30 Ott 2014 17:07 - di Antonella Ambrosioni

Per l’ennesima volta nel Pd si alza la tensione, gli scontri di Roma hanno lasciato il segno. «Alla Leopolda, Davide Serra dice cose gravi e inaccettabili sul sindacato e sul diritto allo sciopero e poi, tre giorni dopo, che succede? Succede che i poliziotti vedono gli operai, abbassano la visiera del casco e caricano…». Intervistato dal Corriere della Sera, il deputato Pd Davide Zoggia, membro della minoranza dem, torna sugli scontri sotto il ministero dello sviluppo Economico e sottolinea: «È inevitabile pensare a certe coincidenze». Zoggia si sofferma poi sulle tensioni nel partito e riflette sull’ atteggiamento del premier verso la minoranza.

I senatori renziani furiosi: «Zoggia smentisca»

Che quanto accaduto sia la conseguenza dell’“effetto- Serra” manda su tutte le furie i senatori Pd. «Ci aspettiamo una smentita da Davide Zoggia, le sue dichiarazioni sono particolarmente gravi e non contribuiscono a rasserenare il clima politico. Una provocazione non degna di un autorevole dirigente del Pd», inveiscono i senatori dem Laura Cantini, Mario Morgoni e Francesco Scalia. Sulle “faide” interne al partito incalza ancora Zoggia stigmatizzando l’atteggiamento di Renzi verso la  mioranza interna.

I “numeri” della minoranza dem

«Vuol far cadere il governo – continua Zoggia – o, piuttosto, cambiare e per sempre il Dna del Pd?». L’ esponente dem però esclude la scissione: «Noi abbiamo fondato il Pd e qui dentro, perciò, restiamo», dice sciorinando i numeri della minoranza dem: oltre 100 alla Camera, dice, mentre al Senato «Siamo già una trentina». Infine il Jobs Act: «Pretendiamo che alla Camera possa essere modificabile. E a a chi gli chiede se in caso contrario voteranno contro, risponde: «Ovvio». Interrogarsi infatti sulla causa-effetto delle parole di Serra ha senso fino a un certo punto: manca l’analisi-chiave, ossia che a “massacrare” gli operai sono proprio i provvedimenti del governo Renzi, questo sì un vero bagno si sangue. Oltre alla presa in giro di una riforma del lavoro che restringe i diritti e le tutele, affossando la dignità dei lavoratori.

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