Legge di stabilità, l’Europa dà 24 ore a Renzi per i chiarimenti

23 Ott 2014 18:13 - di Mario Landolfi

È al momento interlocutoria la lettera della Commissione europea sulla legge di stabilità giunta proprio in queste ore a Roma. Contiene una richiesta di chiarimenti e di informazioni aggiuntive cui – come assicura una nota del ministero dell’Economia – il governo italiano “risponderà entro domani”. I colloqui sono già in corso, sia con la direzione Ecfin sia con la Commissione.

Compromesso tra Barroso e Juncker

Il contenuto interlocutorio della missiva di Bruxelles rappresenta il compromesso reso necessario dal passaggio di consegne tra il presidente uscente, il portoghese Manuel Barroso, deciso ad ottenere una sonora bocciatura dell’Italia, ed il suo successore, l’olandese Jean Claude Juncker, convinto invece che le conseguenze di un giudizio negativo sulla manovra economica di Renzi finirebbero per indebolire l’intera eurozona. Sul fronte interno della legge di stabilità, il clima è ancora teso rispetto ai tagli da apportare alle spese delle Regioni. Nel corso dell’incontro con i governatori a Palazzo Chigi, il premier ha fatto la voce grossa e si è detto non disposto a rivedere la cifra al ribasso: “Non c’è spazio per una mediazione – ha detto – i miliardi sono quattro. Da qui due strade: o lo scontro o ci sono proposte alternative su cui si lavora in queste ore. Sui costi standard, se voi ci siete, io ci sono”.

A Squinzi piace, a Brunetta no

Sembra invece piacere al leader di Confindustria, Giorgio Squinzi, il ventilato taglio dell’Irap, l’imposta che penalizza particolarmente le attività produttive. Commentando la legge di stabilità preparata dal governo a margine del Salone Expo Tunnel a Bologna, Squinzi ha dichiarato che “tagliare la componente lavoro dall’Irap è un provvedimento che va nella direzione giustissima. Lo abbiamo già detto – ha concluso – e siamo molto convinti di questo”. Esprime tutto il suo disappunto il presidente dei deputati di Forza Italia, Renato Brunetta, che in tweet ricorda che ”la legge è al Quirinale e nessuno la conosce”.

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