Lasciò la figlioletta in auto per fare shopping. Per la Cassazione una madre così non può essere assolta

9 Ott 2014 18:30 - di Redazione

Annullata dalla Cassazione l’assoluzione di una mamma milanese che per fare lo shopping natalizio aveva lasciato da sola, chiusa in macchina per circa un’ora, la figlioletta di quattro anni soccorsa dai passanti che accortisi che la bimba non era accudita da nessuno, piangeva ed era agitata, avevano chiamato i vigili. Ad avviso della Suprema Corte, la signora Vanda C., non può passarla liscia perché “non è contestabile che la minore sia venuta a trovarsi, per un periodo di tempo non trascurabile, in condizioni di abbandono e che, conseguentemente, la situazione della minore fosse potenzialmente rischiosa”. Quando la donna aveva fatto ritorno alla macchina, attorno alla quale c’era un assembramento di persone, vigili del fuoco e un’ambulanza, la sua prima reazione – rileva la Cassazione, sentenza 42254 depositata oggi – non fu di preoccupazione per la bambina ma “un moto di rabbia nei confronti di chi aveva infranto il finestrino della macchina”. Per i supremi giudici, merita di essere accolto il ricorso della Procura generale della Corte di Appello di Milano contro l’assoluzione della mamma, un verdetto emesso per mancanza della “consapevolezza dell’abbandono” in quanto la donna – che oggi ha 48 anni – “non voleva davvero lasciare la figlia al proprio destino, ma punirla per non averle obbedito di seguirla” nello shopping. A fronte di questa ricostruzione, la Cassazione ha rimproverato ai giudici di secondo grado di non aver preso in considerazione “la tenera età della bambina, rimasta sola in auto, l’orario serale, la temperatura in atto, il fatto che non avesse indosso neppure il giubbotto, lo stato di agitazione e le condizioni della bambina al momento dell’intervento dei soccorritori”. Anche l’arrabbiatura per la rottura del finestrino, per i supremi giudici, è una circostanza che non depone per l’assoluzione impartita anche in primo grado. La vicenda era avvenuta nel centro di Milano, poco prima delle sette di sera del 21 dicembre del 2006.

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