Il Renzi Show riscuote applausi, ma il premier ha “plagiato” le battute migliori

20 Ott 2014 12:50 - di Redattore 89

Uno show a tutti gli effetti, con tanto di complimenti della conduttrice e recensione del critico televisivo Aldo Grasso. Con la partecipazione alla Domenica Live di Barbara D’Urso, su Canale 5, Matteo Renzi ha confermato le sue doti di mattatore televisivo, aiutato – c’è da dire – dalla compiacenza della padrona di casa. Ma se davvero di spettacolo si fosse trattato il premier sarebbe incorso facilmente in una accusa di plagio. Al pubblico della “comare Cozzolino” (il modo in cui la D’Urso soprannomina se stessa e, in sostanza, anche il prototipo della sua telespettatrice), il premier ha offerto un ampio spettro di proposte e idee in cantiere, dall’accelerazione sulle unioni gay alla conferma della spending review. Su tutte, però, due hanno avuto il sapore del colpo di teatro, anche perché hanno rappresentato un inedito fra gli argomenti finora affrontati da Palazzo Chigi. La prima, quella di impatto maggiore, è il bonus di 80 euro che dal primo gennaio 2015 sarà dato anche alle neomamme (o ai neopapà). La seconda, passata più in sordina, ma non meno significativa, è quella della cittadinanza veloce per i bambini immigrati che abbiano concluso almeno un ciclo di studi in Italia. Nessuna delle due, però, è particolarmente innovativa o originale. Anzi, le due misure sono state ognuna il cavallo di battaglia di altri leader politici, in tempi nemmeno poi così remoti. La proposta per lo Ius soli temperato fu avanzata da Gianfranco Fini, quando era presidente della Camera e già prima che fondasse Fli. Fu poi portata anche nella nuova esperienza politica, dove però venne radicalizzata fino alla promozione dello Ius soli vero e proprio. A richiamare altri trascorsi è, però, soprattutto l’annuncio degli 80 euro per le neomamme, che già in molti hanno ribattezzato “bonus bebè”. Il “bonus bebè” propriamente detto, infatti, è una misura che fu già applicata da un altro esecutivo. Era l’anno 2005-2006 e il governo Berlusconi, ministro dell’Economia Giulio Tremonti, inserì in finanziaria un bonus di mille euro per le neomamme.

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