Ebola, Obama scuote l’Europa: «Serve più impegno dalla Ue». Vertice straordinario a Bruxelles

16 Ott 2014 14:22 - di Redazione

Secondo caso di contagio di Ebola negli Stati Uniti, a Dallas, dove è risultata colpita dal virus Amber Vinson, una aiuto-infermiera che era entrata in contatto con il “paziente zero” morto la settimana scorsa. A sua volta potrebbe avere contagiato altri. Aveva infatti viaggiato da Cleveland a Dallas su un aereo della Frontier Airlines, il giorno prima di manifestare i sintomi. I 132 passeggeri che erano insieme a lei sullo stesso volo sono già stati contattati. «Non avrebbe dovuto volare», ha commentato il direttore dei Cdc, Tom Frieden, annunciando che in futuro il personale sanitario sotto controllo non potrà viaggiare su voli commerciali.Il presidente americano, Barack Obama, ha convocato un vertice d’urgenza alla Casa Bianca in cui ha esortato le autorità sanitarie Usa a fare di tutto perché episodi del genere «non si ripetano più». E in una conference call con i leader di Regno Unito, Italia, Germania e Francia, Obama ha chiesto un impegno maggiore da parte dell’Europa nella lotta all’epidemia. Proprio il Consiglio di sicurezza dell’Onu in una dichiarazione ha denunciato come «la risposta della comunità internazionale all’Ebola ha fallito nel capire e affrontare in maniera adeguata l’entità dell’epidemia e dei suoi effetti». Intanto il numero delle vittime continua a salire. Secondo l’ultimo bilancio dell’Oms, con i dati aggiornati al 12 ottobre, Ebola finora ha ucciso 4.493 persone su 8.997 casi registrati. Liberia, Sierra Leone e Guinea rimangono i Paesi più colpiti dall’epidemia. E nel Golfo persico si segnala il primo caso sospetto di contagio, a Dubai. In Europa la crisi generata dall’epidemia del virus Ebola approda sul tavolo dei capi di Stato e di governo dell’Ue. Se ne parlerà nel vertice europeo programmato dalla presidenza italiana per giovedì 23 e venerdì 24 ottobre a Bruxelles. Un vertice che è stato preceduto dalla riunione dei ministri della sanità dei Ventotto Paesi membri. «Proporrò il rafforzamento dei controlli in uscita dai Paesi africani con sistemi di certificazione indipendente. Noi ora invece abbiamo protocolli dell’Oms che si basano sull’autocertificazione», ha detto il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin arrivando al vertice di Bruxelles. «Riguardo al tema cruciale dei viaggiatori asintomatici non contagiosi – ha detto ancora – dovremmo avere la possibilità di tracciarli, soprattutto quando i voli hanno destinazioni secondarie. L’obiettivo di questo vertice è quello di vedere se c’è la possibilità di aumentare il livello dei controlli, anche per quanto riguarda la circolazione interna alla Unione europea. In Europa siamo di fronte a casi sporadici, ma ce ne saranno ancora, perché aumentano gli operatori stranieri in questi Paesi, per i quali però abbiamo le strutture sanitarie adeguate da poterli gestire». Alla Gran Bretagna che il 9 ottobre scorso ha introdotto lo screening per il controllo di tutti i passeggeri che possono essere passati dall’Africa (in futuro anche per l’Eurostar) intanto si sono aggiunte anche la Francia, che attiverà da sabato un dispositivo di “controllo” dei voli provenienti dalle zone colpite, e la Repubblica Ceca (controlli verranno effettuati all’aeroporto di Praga, ha annunciato il premier Bohuslav Sobotka).

 

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