De Magistris è stato sospeso. E ha perso la parlantina: si è trincerato dietro il «no comment»
Luigi de Magistris è stato sospeso da sindaco di Napoli. Il prefetto Francesco Musolino ha firmato il provvedimento in serata, dopo che l’avvio dell’iter e la sua conclusione in giornata erano stati anticipati durante il Question Time alla Camera dal ministro dell’Interno Angelino Alfano. Il titolare del Viminale aveva spiegato che la comunicazione del tribunale sulla condanna per il caso Why Not era arrivata in Prefettura e che «oggi stesso il prefetto procederà agli adempimenti previsti dalla legge». «Salutatemela», aveva risposto de Magistris ai cronisti che chiedevano un commento, ribadendo più tardi che «non mi dimetto, farò il sindaco di Napoli fino al 2016 e starò di più per strada a fare il sindaco dei cittadini». Per il resto, de Magistris non aveva voluto dare alcuna anticipazione. «Non comunicherò in modo preventivo le mosse che farò perché l’attacco istituzionale è così virulento che dobbiamo fare resistenza», aveva detto. Una volta ufficializzato il provvedimento, invece, fonti vicine al hanno fatto sapere che non avrebbe commentato e che si trattava di «un provvedimento atteso».
L’arrivo formale della procedura di sospensione ha reso la posizione di de Magistris ancora più traballante e il Pd, con Pina Picierno, ha iniziato a invocare il voto anticipato. «Bisogna andare alle urne approfittando della prima data utile», ha detto l’eurodeputata. Nessuno cambio di data, invece, per l’elezione alla città metropolitana, che pure è interessata dalle conseguenze della sospensione di de Magistris. Alfano, a Montecitorio, ha chiarito che il voto resta fissato per il 12 ottobre. «Non sussistono le condizioni», ha detto, perché sia posticipato. Uno slittamento, invece, era stato chiesto dal deputato di Forza Italia, Paolo Russo, vista «l’assenza di quel sindaco che la norma, in chiave esclusiva, indica come soggetto deputato a presiedere la nuova istituzione» e che «ope legis, diventerà anche sindaco della città metropolitana». La richiesta era stata firmata anche dai parlamentari Carlo Sarro, Renato Brunetta, Rocco Palese e Mara Carfagna. «La sospensione di de Magistris trascina Napoli nel baratro, avrei preferito che il sindaco si fosse dimesso per lo stato in cui ha condotto la città», ha poi commentato Russo, sottolineando che «il provvedimento a suo carico rende virale il disastro estendendolo anche in provincia. Un altro regalo della legge Delrio».