D’Alì (Ncd) rientra in Forza Italia. Soddisfatto Berlusconi: il centrodestra è qui
“Se io torno, e forse probabilmente tornerò, torno per le mie personali valutazioni”. Così Antonio D’Alì (Nuovo Centro Destra) ha risposto alla domanda posta da Giovanni Minoli a “Mix24″ su Radio 24 sul suo possibile ritorno in Forza Italia. Da solo? “Ho sempre fatto scelte autonome con la mia coscienza e con i miei elettori. Io non faccio cordate. Certamente non c’è serenità complessiva in tutti quelli che hanno fatto la scelta, a suo tempo, del Nuovo Centro Destra, ma non posso né quantificare né parlare a nome di altri”, ha aggiunto. Decisione apprezzata da Francesco Giro, senatore di Forza Italia: “Che l’amico Antonio D’Alì voglia tornare non mi sorprende affatto. Non ha mai smesso di avere con noi senatori di Fi un atteggiamento di grande rispetto e collaborazione. Antonio prima della scissione svolgeva il delicato compito nel gruppo del Pdl di coordinatore degli emendamenti soprattutto ai provvedimenti economici e, anche quando è passato all’Ncd, è sempre stato prodigo di consigli e suggerimenti per noi. Un signore, azzurro nella testa e nel cuore”. Anche Silvio Berlusconi ha commentato con piacere la decisione di D’Alì: “Le sue motivazioni politiche, come sempre assunte con elevato senso di responsabilità e nell’interesse del Paese, dimostrano che chiunque creda negli ideali del centrodestra oggi non può che avere come riferimento Forza Italia. Sono certo – prosegue l’ex premier – che Antonio D’Alì continuerà a svolgere con entusiasmo e dedizione il suo ruolo di riferimento politico nazionale per la Sicilia, come ha sempre fatto fin dalle origini del nostro
movimento”.
D’Alì ha spiegato così la sua scelta: “Ritengo che la mia storia politica, di coerenza con i sentimenti dei miei elettori e di dedizione alla progettualità di sviluppo dell’Italia e della Sicilia in particolare, suggerisca l’assunzione di una posizione più netta e il rilancio di una sfida della mia attività nel partito di Forza Italia che mi ha visto in prima linea sin dal 1994 e con Silvio Berlusconi, nel cui governo ho avuto l’onore di militare e che mi ha consentito di concretizzare in opere e in positivi modelli di sviluppo socio-economico l’amore per la mia città e per la splendida terra di Sicilia. La decisione – maturata un anno fa, di sostenere la governabilità in Italia, sul modello delle larghe intese suggerito da Silvio Berlusconi dopo il fallimento del tentativo Bersani – aveva lo scopo di consentire al Paese il tempo di assumere alcune decisioni essenziali per il recupero di un percorso virtuoso di sviluppo economico e di proposte strutturali di riforma, mantenendo inalterata nelle idee e nella prospettiva democratica la compattezza del centrodestra. Oggi quel quadro è profondamente mutato. La componente di governo liberale, che dovrebbe garantire l’equilibrio con le istanze della sinistra, vi si trova decisamente minoritaria nei numeri e nella capacità di incidere nelle scelte importanti, nella riforma costituzionale è stata più volte addirittura ignorata dal nuovo Partito Democratico di Renzi e pur tuttavia ne ha assecondato senza reagire le più
disparate e talvolta sconnesse scelte”.