Al processo contro i No Tav gazzarra in stile brigatista
«Qui non ci occupiamo della legittimità e dell’opportunità della ferrovia Torino-Lione. Ci occupiamo dei gravi disordini provocati il 27 giugno e il 3 luglio 2011 da soggetti che hanno aderito al movimento No Tav, con il ricorso a una violenza estrema e ingiustificata». Con queste parole è cominciata la requisitoria della Procura di Torino al maxi processo contro 53 attivisti di estrema sinistra e simpatizzanti No Tav per gli scontri con le forze dell’ordine in Valle di Susa alla Maddalena di Chiomonte. La prima a intervenire è stata la pm Manuela Pedrotta, le cui parole sono state accompagnate da commenti a voce alta, proteste e applausi di scherno da parte di pubblico e imputati finché uno degli avvocati difensori, Claudio Novaro, ha chiesto che le interruzioni cessassero. La gazzarra contro il magistrato ha costretto il presidente del Tribunale ad interrompere l’udienza. Alcuni imputati si sono anche alzati per leggere un proclama (in perfetto stile brigatista) e i carabinieri, per ordine del Tribunale, li hanno portati fuori dall’aula. Uno di loro, Antonio Ginetti, ha urlato: “La vostra galera non mi fa paura. Piazza Fontana e piazza della Loggia sono terrore di Stato. Ma a me paura non ne fate”. Slogan e applausi da parte del pubblico, tutto di estrema sinistra. L’udienza è poi ripresa a porte chiuse, senza il pubblico ma alla presenza dei giornalisti. Il Tribunale ha però espulso tre imputati. In aula ne sono rimasti una decina. I giudici hanno anche ordinato all’operatore di un tg, su richiesta delle difese, di cancellare la parte delle riprese in cui compaiono gli imputati, che non hanno mai dato il consenso, nel corso del processo, ad essere inquadrati.