Scozia, l’indipendenza fa paura agli aristocratici: «Ci saranno tasse sui nostri castelli»
I castelli in Scozia. Da sempre simbolo e icona dell’aristocrazia britannica: con le vaste tenute che si estendono a perdita d’occhio, i kilt e le cornamuse delle cerimonie ufficiali, tanto amati anche dalla famiglia reale. La prospettiva di una Scozia indipendente fa “tremare” anche questa potente simbologia che il mondo associa a quelle classi agiate tutt’altro che estinte nel Regno Unito e a quanto pare per nulla immuni alle preoccupazioni che il voto fissato per il prossimo 18 settembre porta con sé. Lo rivela un ampio servizio della rivista Tatler, bibbia dell’upper class e per questo tra le poche ad avere accesso a questo mondo spesso “privato”, di sicuro “discreto”, in un viaggio tra le spesse e antiche mura di castelli e magioni dove nelle ultime settimane sembra non si parli d’altro. «Siamo tutti molto preoccupati – confida Felicia Morris, avvocato di grido nota come “regina degli scozzesi a Londra” – se ne parla incessantemente a feste e cene». E la paura è palpabile soprattutto quando si evoca la possibilità di una “castle Tax” (una tassa sulle vaste proprietà) non esclusa nel caso di una Scozia indipendente guidata da leader come Alex Salmond che ha portato avanti la campagna per il referendum anche al grido di maggiore giustizia sociale. «Questo posto ci costa una fortuna», ammette la duchessa Eleanor di Argyll che vive nel castello di Inverarary, nell’ovest della Scozia, insieme con il marito campione di polo, Torquil. Il castello, naturalmente completo di fantasmi e che è comparso anche nella serie tv Downton Abbey, è la gemma al centro della proprietà di 60mila acri: «E se Salmond imponesse una tassa? Saremmo finiti». Stesse ansie per un altro aristocratico interpellato che ha chiesto di rimanere anonimo ma che si rivela essere discendente dei firmatari di quell’Act of Union sottoscritto nel 1707 creando l’unione politica con Londra che gli indipendentisti vogliono revocare: «Maledetti, ci sono alle calcagna!». Più pacato ma altrettanto chiaro Lord Adrian Palmer esponente dell’omonima dinastia, famosa per la produzione di biscotti: «(Gli indipendentisti…) semplicemente non sanno cosa fanno».