Ora è scontro anche tra Camusso e Cisl. Bonanni: «Susanna non si immischi nella politica»

20 Set 2014 17:45 - di Mariano Folgori

Se aveva ancora qualche capello nero in testa, gli sarà  sicuramente diventato  bianco in questi giorni, a causa dello scontro al calor bianco tra Renzi e la Camusso sull’articolo 18. È una presa distanza molto netta quella di Raffaele Bonanni dal segretario della Cgil. La Cisl non è disposta a seguire la Camusso nella prova di forza che ha ingaggiato con il governo. Le parole di Bonanni sono dure e accorate insieme.  «Io sono quasi imbarazzato perché non si è arrivati davvero ad una discussione  laddove lo scontro tra Renzi e la Cgil è tutta una vicenda di partito. Camusso ha sbagliato, un sindacalista non si deve mettere nei meccanismi di partito. Questa storia ci sta portando alla rovina, non va bene». Per il leader della Cisl l’articolo 18 è «diventato un’ossessione», ma «agli imprenditori non frega nulla: il 95% delle aziende italiane sta sotto i 15 dipendenti e le poche migliaia di controversie sono risolte per la stragrande maggioranza attraverso la conciliazione».

«Dico con buona pace della Camusso – rincara la dose Bonanni –  che farebbe bene ad astenersi dal dire al premier che è come la Thatcher. Io mi devo rapportare con il mio presidente del Consiglio, piaccia o non piaccia, e ciò vale anche per lui». Il segretario della Cisl si dice anche «un po’ esterrefatto», perché i «dati dell’economia sono drammatici e ancora si litiga». Invece  «dovremmo tutti quanti adoperarci per trovare delle soluzioni di buon senso».  Di atti clamorosi di protesta  neanche a parlarne. «La Cisl non indirà alcuno sciopero insieme agli altri sindacati. Noi pensiamo di fare iniziative in tutta Italia per conoscere agli amministratori locali, ai lavoratori, ai parlamentari, la nostra posizione su tutte le questioni più importanti sulla nostra economia». 

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