Londra “promette” più poteri alla Scozia. Ma Salmond non trema: «Offerta disperata»

16 Set 2014 15:55 - di Redazione

Più si avvicina la scadenza del 18 settembre e più l’esito del referendum sull’indipendenza della Scozia mette paura a Londra. La macchina della propaganda dei secessionisti non si ferma neppure per un attimo: secondo il Times  i sostenitori del “sì” al distacco dalla Gran Bretagna distribuiranno nelle prossime 48 ore oltre due milioni e mezzo di volantini e installerà ben 300 cartelloni in tutta la Scozia. Al confronto, la campagna unionista appare molto più leggera ed evanescente. Secondo le ultime stime, a fare la differenza saranno il circa mezzo milione di indecisi. Li catturerà il rapporto diretto privilegiato dagli indipendentisti o la cura dei focus group di elettorato su cui si soffermata la propaganda degli unionisti? Al momento, il ‘sì’ domina su Twitter con l’88% di commenti e con l’hashtag #Voteyes risultato come il più utilizzato. Si schierano anche le celebrità: per la scrittrice JK Rowling, che sostiene l’unione, c’è il cantautore Billy Bragg, schierato in favore della secessione.

E che la situazione emersa dai sondaggi dev’essersi fatta davvero preoccupante per gli unionisti se persino la regina Elisabetta, vinto un momento di britannico fair play, ha avvertito la necessità di lanciare un appello che, per quanto ovattato, ha ricordato ai sudditi scozzesi che un’eventuale secessione non farebbe bene al futuro dell’intera Isola. L’intervento della sovrana ha solo preceduto una nuova e clamorosa iniziativa politica che ha visto il premier conservatore Cameron insieme a Ed Miliband, capo dei laburisti, e a Nick Clegg, leader dei liberal-democratici, impegnarsi nero su bianco a riconoscere maggiori poteri alla Scozia nel caso di vittoria del “No”.

I tre leader hanno infatti sottoscritto una “promessa” articolata in tre punti sulla prima pagina sul quotidiano scozzese Daily Record. Il primo prevede la devoluzione di ”vasti poteri” al parlamento scozzese ‘. Il secondo  garantisce una ”condivisione delle risorse in maniera equa” e, infine, l’impegno ”categorico” a riconoscere al governo scozzese la potestà di decidere in merito al finanziamento dell’Nhs, il servizio sanitaria nazionale che costituisce una delle maggiori incognite in caso di indipendenza.

Il triplice impegno ha scatenato il sarcastico commento del primo ministro scozzese nonché anima dell’indipendentismo Alex Salmond: “È una disperata offerta last minute del nulla” che “non riuscirà a dissuadere la gente in Scozia dalla grande opportunità di affidare il futuro della Scozia nelle mani della Scozia”.

Com’era prevedibile, le tensioni scozzesi hanno finito per risvegliare il mai sopito secessionismo della Lega Nord. Alcuni deputati eletti in Veneto hanno infatti censurato il discorso programmatico di Renzi sui cosiddetti “Mille giorni” che a loro dire avrebbe “ignorato completamente la richiesta di autodeterminazione del popolo veneto”.

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