La Nutella ha 50 anni e non li dimostra: il segreto della “felicità spalmabile” che unisce le generazioni
Classe ’64, cinquant’anni, senza lifting e più desiderabile che mai. No, non è una donna questa splendida cinquantenne dei nostri sogni, è molto di più. È la Nutella, signori, quell’alchimia insostituibile e inimitabile di ingredienti paradisiaci racchiusa nei popolari barattoli che danno un senso alle nostre credenze di cucina. Per festeggiarne il 50mo compleanno Ferrero lancia sul mercato la nuova merendina B-Ready (“essere pronti”). Si tratta di una piccola cialda di pane a forma di mini-baguette, farcita con la famosa crema alle nocciole e cioccolato. Il nome gioca sulla parola bread (pane). Il prodotto, distribuito in tutta Italia, è interamente preparato ad Alba, dove ha sede la casa madre di Ferrero. Un compleanno a cui ci sentiamo un po’ tutti intimamente legati. Ha nutrito e nutre il nostro immaginario, che non teme calorie. È la nostra compagna di merende, di quelle dei nostri figli, ci ha consolato mangiarla a cucchiaiate annegando i nostri sbalzi d’umore, ha accompagnato le piccole gioie domestiche nutrendo spirito e anima. Meglio del Prozac. Non è un’esagerazione, non è un caso che Nanni Moretti abbia eretto un “monumento” alla Nutella nell’indimenticabile scena del film Bianca. Nutella è il nome che molti danno alla felicità spalmabile. Riserva in barattolo di serotonina, antidepressivo senza bisogno di prescrizione.
Dapprincipio fu il Gianduja, tipo di cioccolata arricchita dalla locale Nocciola tonda inventato ai primi dell’Ottocento nelle Langhe. Quasi un secolo e mezzo dopo i Ferrero, pasticcieri ad Alba, decisero di crearne una versione spalmabile e la chiamarono Supercrema. Nel 1963 l’intuizione del giovane Michele Ferrero: la Supercrema divenne Nutella (dalla parola inglese per nocciola, ovvero nut) e pochi mesi dopo partì alla conquista del mondo. Oggi ovunque Nutella è nome comune: qualsiasi prodotto simile deve rassegnarsi a esserne sempre la copia sbiadita e rinunciare a fargli davvero concorrenza. Nutella fa casa, fa famiglia. Una conferma, fra le tante, la ebbi a Cuba, un anno fa. La mia guida, uomo istruito, laureato e specializzatosi in Italia a spese del regime castrista, che per l’istruzione non bada a spese, mi raccontò che dell’Italia aveva nostalgia di tante cose – come comprensibile – ma una l’aveva nel cuore, lei, la Nutella. Ne parlava come di una fidanzata lasciata in Italia per sempre. Chiesi spiegazioni e mi disse che la Nutella non viene importata a Cuba. Tenerezza, sogno, rimpianto, ecco altri ingredienti “segreti” che certo non troveremo mai tra quelli ufficiali, insieme allo zucchero, alle nocciole, al cacao magro, al latte scremato e all’olio di palma. Del resto il segreto per essere desiderabile a 50 anni non è di quelli che si possono svelare, che ognuno cerchi il suo e a ognuno la sua Nutella. Auguri!