L’ Ocse sulla scuola: in Italia gli insegnanti più “vecchi” e meno pagati

9 Set 2014 13:10 - di Redazione

La buona notizia è che l’Europa “promuove” la scuola italiana. Quella cattiva è, nonostante questi dati incoraggianti, che resta alta – anzi cresce ancora – la sfiducia dei giovani verso l’istruzione. Si deve leggere in controluce il rapporto Ocse (“Uno sguardo sull’Istruzione 2014”) per comprendere la situazione della nostra scuola. Vero è che la qualità dell’istruzione di base sta migliorando costantemente, come confermano i test “Pisa” per la matematica, secondo cui tra il 2003 e il 2012 è diminuita la percentuale dei quindicenni che ottengono un punteggio basso (32 per cento nel 2003, 25 per cento nel 2012) e sono aumentati i più bravi, ma è altrettanto vero che il livello medio di istruzione in Italia resta basso rispetto ad altri Paesi. E questo sia per le competenze di lettura sia per quelle matematiche. Ad esempio, i risultati medi ottenuti in quest’ultima disciplina dai 25-34enni li piazzano in penultima posizione. Addirittura in ultima se si fa riferimento alla lettura.

Particolarmente allarmante è la crescente sfiducia dei giovani verso la scuola. Tra il 2010 e il 2012 la quota dei 15-19enni non iscritti nel sistema di istruzione è aumentata (80,8 per cento di iscritti contro l’83,5 della media Ocse nel 2010). Nel 2012 solo l’86 per cento dei 17enni era ancora a scuola e si stima che solo il 47 per cento dei 18enni si iscriverà all’università. La media nazionale del 2008 era del 51 per cento. Quella dell’Ocse e del G20 del 58 per cento.

Decisamente negativa la “foto” della busta-paga degli insegnanti, i cui stipendi sono in costante calo. Tra il 2008 e il 2012 le buste paga dei maestri elementari e dei professori delle medie sono diminuite in media del 2 per cento. Inoltre, dal 2005 al 2012, le retribuzioni statutarie dei docenti di ogni grado e con 15 anni di esperienza sono scese del 4,5 per cento. Perdita solo in parte compensata dagli scatti di anzianità. Nel frattempo è aumentato anche il numero medio di studenti per docente (dal 15 al 22 per cento in primaria e media), che ora si avvicina alla media Ocse. Tra il 2008 al 2012 la scuola primaria ha subito tagli del 15 per cento, quella media del 20. Alle scuole media il numero di alunni per classe è aumentato del’8,1 per cento. In generale – osserva l’Ocse – per far aumentare il rapporto studenti-insegnanti è stato necessario ridurre il numero dei docenti bloccando il turn over: nel 2012 il 62 per cento dei professori aveva più di 50 anni (48 per cento nel 2002). Si tratta della più alta percentuale di insegnanti over 50 di tutti i paesi Ocse.

 

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