Jobs Act, ultimatum Cgil al premier: sciopero generale (e patrimoniale)
Se il governo proseguirà sulla riforma del lavoro attraverso un decreto occorrerà indire “lo sciopero generale”. L’ultimatum arriva dal segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, intervenendo all’assemblea nazionale della Fiom. “Se si decidesse – ha scandito – di procedere con il decreto bisognerà proclamare lo sciopero generale. Bisogna insistere sul fatto che dobbiamo incrociare Cisl e Uil perché la divisione, oggi, è uno straordinario argomento in mano al governo”. La mobilitazione sul lavoro è stata già indetta per il 25 ottobre. “Non possiamo offrire l’idea di libertà del lavoro dando un messaggio che il sindacato non è unito nel rivendicare queste cose. Non possiamo avere una stagione che è solo contro” ma, nella nettezza “di ciò che vogliamo, anche una stagione di proposta in cui diciamo come
vogliamo il mondo del lavoro. Bisogna riabituare il Paese al fatto che non c’è solo il sì o il no ma anche un’altra proposta in campo: dobbiamo rivendicare – ha concluso la Camusso – un diritto alla pluralità delle proposte e costruire un confronto che non è concertazione”. In un’ottica di redistribuzione occorre partire “dalla patrimoniale sulle grandi ricchezze” in modo da usare “quelle risorse per far ripartire l’occupazione”. Secondo la Camusso, “occorre partire da lì e dire che la crisi non ha colpito tutti allo stesso modo”. A giudizio del numero uno della Cgil, “bisogna avere il coraggio di fare una scelta. Continuiamo a pensare che la scelta di pigliarsela con il mondo del lavoro, di continuare a sottrarre al reddito e risorse al lavoro sia la scelta di chi se la prende con il più debole e non ha la forza di confrontarsi con i poteri veri”. Secondo la Camusso, inoltre, “se il governo dice che l’unica politica espansiva è la riduzione dell’Irap alle imprese, il tempo che abbiamo alle spalle ci fa dire” che non è vero che questa riduzione ha portato “a investimenti nelle imprese e sul lavoro”.
Scontata, fra le prime reazioni politiche, l’adesione di Sinistra e Libertà: “Il decreto sul Jobs Act sarebbe uno strappo inaccettabile, fa bene Susanna Camusso a evocare uno sciopero generale di fronte a tale arroganza”, ha detto con un tweet Arturo Scotto, capogruppo alla Camera. Di parere opposto l’esponente di Forza Italia Giovanni Toti, che al Gr1 ha dichiarato: “Se sarà un buon provvedimento lo voteremo, altrimenti no. Quello che temiamo è che la mediazione al ribasso all’interno del pd porterà a misure inefficaci”.