Fa discutere il sindaco lepenista che vieta il cibo halal e porta il tricolore nelle miniere
Il suo motto è “la Francia ai francesi”. Fabien Engelmann, consigliere di Marine Le Pen, da pochi mesi sindaco di Hayange con le sue iniziative sta cambiando le abitudini della cittadina della Mosella. Engelmann, con un passato da sindacalista di sinistra e convertito nel 2001 al lepenismo, è un sindaco che ha esaltato lo spirito del nazionalismo francese e che ha preso sul serio la sua militanza tra le file del partito di Marine Le Pen. A soli 36 anni ha permesso al Fronte Nationale di amministrare per la prima volta un comune della vallata di Fensch polo siderurgico e bacino minerario. Tutte le sue iniziative sono state incentrate sulla valorizzazione delle identità francesi e sul recupero delle tradizioni. Quindi via tutto ciò che non ha nulla a che vedere con le abitudini francesi, come per esempio il cibo “halal” (cioè quel cibo preparato in modo accettabile per la legge islamica). E allo scopo di opporsi alla islamizzazione della Francia ha organizzato una festa del maiale il cui consumo di carne è proibito dal Corano. In linea con questa sua scelta ha inviato anche una lettera a un macellaio “halal” Nourredin Belkacen, in cui gli ordinava di chiudere il suo negozio la domenica e di vendere la carne tradizionale. Alcune associazioni culturali cittadine si sono viste ridurre i fondi, come nel caso di quelli destinati a un corso di danza orientale. Appena insediato ha fatto discutere la sua iniziativa di far ridipingere di colore blu una scultura di Alain Mila senza che l’artista musulmano ne fosse informato. E seguendo questa strada poco dopo ha ordinato di colorare di blu, bianco e rosso i vagoni delle miniere dove lavorano molti immigrati. Una strategia che trova consensi tra i cittadini che lo hanno eletto, ma che ha scatenato le polemiche più feroci dei suoi oppositori: i vecchi amici di sinistra e anche di qualcuno della sua squadra che non ha visto di buon occhio la sua ascesa. Tanto che uno dei suoi assistenti, da lui destituito per polemiche interne, ha reso pubblici i conti della campagna elettorale di Fabien Engelmann dichiarando che sarebbero stati fraudolenti. Ma il sindaco ha annunciato battaglia giudiziaria.