E così nella cattedrale di Palermo adesso spunta la toilette dietro all’altare
Qualcuno scatta una foto col cellulare, altri filmano con la videocamera. I turisti in visita alla cattedrale di Palermo, uno dei luoghi simbolo del capoluogo siciliano, rimangono a bocca aperta davanti a quello che si trovano di fronte tra le navate dell’imponente struttura nel cuore della città. Un paio di fogli affissi su improvvisati parallelepipedi grigi indicano la direzione per il bagno che si trova alle spalle dell’altare. Non sono pochi quelli che storcono il naso, indispettiti dall’insolito posto che ospita la toilette e dai segnali improvvisati che costeggiano una delle navate. «Mai visti cartelli simili in un luogo sacro come una chiesa – dice Giuseppe, un turista abruzzese in vacanza con un gruppo di amici in Sicilia -. Sembra offensivo mettere un bagno proprio dietro l’altare». Tra stupore e incredulità, infatti, i fedeli sono costretti a una gimkana tra affreschi e marmi che impreziosiscono la cappella del beato Geremia prima di poter raggiungere il bagno. Ad aiutarli ci sono le scritte «Wc toilette» che indicano la direzione. «Non ci posso credere – dice uscendo una fedele – come si fa a mettere un bagno dietro all’altare?». Una stranezza che tale non sembra essere per il parroco della cattedrale, padre Filippo Sarullo. «Purtroppo non ci sono spazi, quello è l’unico posto in tutta la cattedrale dove poter mettere il bagno – dice al telefono -. Mi spiace per le lamentele dei fedeli, ma preferiamo garantire un servizio piuttosto che non fornirlo. Tra l’altro quello è un altare dove non si celebra, il tabernacolo non conserva l’eucarestia. Quello sì che sarebbe grave». Della stessa opinione anche la Curia di Palermo che conferma la «presenza da anni» del bagno alle spalle dell’altare. Spiegazioni a parte, turisti e fedeli non nascondono il proprio disappunto davanti alla cappella dedicata a Pietro Geremia, il beato che ha ispirato anche la tela settecentesca che sovrasta l’altare ad opera di Antonio Manno. «Di chiese ne ho visitate molte – dice un turista -, ma un bagno dietro ad un altare non l’avevo mai». Qualcuno passando davanti al tabernacolo si fa il segno della croce, ma decide di passare oltre. «Ci sono momenti – dice un signore – che possono anche aspettare».
Che il lucro e mancanza di dignità abbia trasformato il cattolicesimo di questi preti ladri-pezzenti in un gabinetto è acclarato ! Questa è l’interpretazione di rispetto di un luogo una volta sacro al cristianesimo prima del Kattolicesimo. Per l’agitprop mussulmano che occupa S. Pietro vestito di bianco sembra normalità. Cancellare il concordato ed in questi casi confiscare l’immobile con il terreno di pertinenza! Tanto è tutta roba abbondantemente pagata con le tasse degli italiani e l’evasione fiscale della chiesa cattolica. Se ne può fare sempre un museo, non un fienile come venne descritto dal grande Giovannino Guareschi che aveva visto lontano dei ‘sinistri’ comportamenti.