Anche in Spagna sarà vietato il burqa. Solo in Italia non si ha il coraggio (e la voglia) di intervenire

4 Set 2014 17:31 - di Fulvio Carro

Solo in Italia non si ha il coraggio di intervenire, chiusi nella morsa di un irritante e falso buonismo imposto dalla sinistra di governo. Dopo Parigi, anche Madrid agisce, stop al burqa, stop alla possibilità di girare per le città coprendosi il volto e non dando a nessuno la possibilità di farsi riconoscere. La notizia fa discutere: in Spagna si va verso il divieto di indossare il burqa negli spazi pubblici, come annunciato dal ministro Jorge Fernandez Diaz. La misura potrebbe essere introdotta nella Legge di sicurezza cittadina, il cui iter di approvazione è già in corso al Parlamento. «Abbiamo al Congresso il progetto di legge di sicurezza cittadina, forse è un buon momento perché la questione» del divieto del burqa «possa ottenere un livello di consenso», ha dichiarato il ministro. Il velo integrale, secondo Fernandez Diaz, «attenta alla dignità delle donne» e rappresenta un problema «dal punto di vista della sicurezza, nella misura in cui rende difficile l’identificazione di una persona in caso di reati». La legge di sicurezza cittadina, che ha suscitato le critiche da parte dei partiti dell’opposizione, già contempla sanzioni amministrative per le persone che partecipano con il volto coperto alle manifestazioni, indossando caschi, fazzoletti o passamontagna. Sulla stessa linea si è pronunciato Ramon Espadaler, conseller degli interni del governo della Catalogna, che ha approvato la prima bozza della nuova legge regionale di protezione dello spazio pubblico. La normativa – che regola settori disparati, dalla vendita degli ambulanti alla prostituzione in strada, alle manifestazioni – non contemplerà comunque un divieto esplicito di indossare il burqa. Oltre a riaprire il dibattito sociale, l’iniziativa del governo centrale ha suscitato le reazioni delle associazioni islamiche in Spagna. Secondo il responsabile della Commissione Islamica della Spagna (Cie) e presidente dell’Unione delle Comunità islamiche (Ucide), Riary Tatari, «non è necessario» regolare la proibizione e «creare un precedente in Spagna rispetto a un fenomeno non tanto esteso», dal momento che «la maggior parte delle donne che indossano il velo integrale viene dall’estero in visita e non è residente». L’esponente delle comunità islamiche riconosce che il burqa «attenta alla dignità delle donne», ma sostiene che non è questione di divieti, quanto “di dialogo”. E ricorda che la legge attuale già prevede che le donne abbiano il capo scoperto nella foto sul documento d’identità. Da parte sua, il presidente dell’associazione Europa Laica, Francisco Delgado, ha sostenuto che l’uso del velo integrale «è indifendibile in ambiti come quello educativo o sanitario, perché sono spazi dove è necessario vedere e conoscere il volto». Il 90% degli spagnoli si dichiara a favore del divieto d’indossare il burqa negli spazi pubblici, secondo sondaggi online condotti da varie testate.

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