Schiaffo al buonismo della Beccalossi: non mi dispiace che quell’assassino sia morto…

22 Ago 2014 18:38 - di Redazione

Una premessa: «Un solo commento forse cattivo e poco usuale per un politico» Poi l’affondo: «…non mi dispiace affatto che questo rumeno ubriaco e assassino sia morto. Anzi… E una preghiera per Greta e il suo papà». Solo che la preghiera non è servita. Greta, 5 anni, è morta, come il suo fratellino Matteo di 11 anni, falciata dalla folle corsa di un’auto.
Viviana Beccalossi, assessore regionale lombardo al Territorio, Urbanistica e Difesa del suolo, commenta così sulla sua pagina Facebook la notizia della morte di Bogdan Vasilache, il 19enne romeno residente in Italia da circa dieci anni, che guidava la Golf entrata in collisione a Verolanuova con l’Audi station wagon della famiglia Facchinelli provocando la morte del piccolo Matteo, di 11 anni e, poi, anche della sorellina Greta, 5 anni, deceduta dopo un intervento non risolutivo all’aorta presso l’ospedale dov’era stata portata d’urgenza, assieme al papà che guidava l’Audi, nel tentativo di salvarle la vita.
«Non è razzismo, ma la misura è colma», spiega Viviana Beccalossi interpretando l’esasperazione della gente per l’ennesimo incidente provocato da un immigrato e causato dall’alta velocità e dalla guida spericolata. L’auto con la quale il rumeno ha travolto l’Audi condotta dal papà di Matteo e Greta, era del compagno della madre dell’immigrato. Inizialmente sembrava che l’auto fosse stata rubata poiché i dati del conducente, il 19enne Bodgan Vasilache, non coincidevano con quelli del proprietario, un cinquantenne italiano.
L’urto, violentissimo e frontale, aveva sbalzato l’auto della famigliola abitante nel Cremonese dentro a un fossato. Il piccolo Matteo, 11 anni, era morto sul colpo, così come il rumeno. Poi è deceduta anche la bimba.
«Ancora una volta uno straniero si è distinto per un atto vergognoso andando in giro ubriaco e distruggendo una famiglia», annota la Beccalossi secondo la quale, a «Brescia la misura è colma ma nella provincia prima in Italia per numero di stranieri sono in arrivo altre centinaia di immigrati».
L’assessore regionale, esponente di Fratelli d’Italia, chiede poi «la certezza della pena. Altrimenti l’Italia resterà sempre la repubblica della banane. In Italia Corona è in carcere per quattro fotografie, mentre i criminali sono liberi». Di fatto il suo commento raccoglie in poche ore decine e decine di adesioni. Segno che l’esasperazione della gente ha superato il limite.

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