Sanità, Zingaretti vuole “declassare” l’ospedale di Amatrice. Luca Gramazio: «Gioca sulla pelle dei cittadini»
Sulla salute non si scherza. «Invece dei soliti annunci a effetto Zingaretti dovrebbe mettere la faccia sulla questione Grifoni, l’ospedale di Amatrice che vorrebbe declassare a Casa della Salute». Un’idea che grida vendetta. Il capogruppo di Forza Italia alla Regione Lazio, Luca Gramazio, mette il dito nella piaga di «una iniziativa talmente dissennata che il comune laziale è pronto alla secessione, pur di non vedere perdere un polo fondamentale per il suo territorio. E Amatrice è solo l’ultimo tassello di un percorso, quello sulla sanità, che «se definissimo sconclusionato sarebbe un complimento. Zingaretti gioca sulla pelle dei territori e scontenta tutti – prosegue Gramazio – manca una programmazione, manca una linea di azione, si continua solo con gli spot, tanto per distogliere l’attenzione su quanto non sta facendo. Non è più pensabile andare avanti così. Saremo accanto ai sindaci del reatino in questa battaglia contro una decisione scellerata e insensata – conclude il capogruppo FI – che mette in crisi la salute dei cittadini di un intero territorio».
La vittima dell’annunciato declassamento, il “Francesco Grifoni”, è una struttura ospedaliera Distrettuale di tipo C, che garantisce l’attività di degenza presso l’unità operativa di Medicina interna ed i servizi di Laboratorio Analisi, di Pronto Soccorso – Dea I livello e di Radiologia, oltre al Servizio distrettuale pediatrico e di vaccinazione. Un centro polifunzionale, dunque, di importanza fondamentale per il comune rietino, a 1000 metri di altitudine e distante più di 60 chilometri dalla più vicina struttura ospedaliera alternativa, quella di Rieti. La giunta di centrodestra giura battaglia e il Sindaco di Amatrice, Sergio Pirozzi, ha deciso di avviare un referendum per lasciare la Regione Lazio, qualora dovesse concretizzarsi il dissennato declassamento dell’ospedale a “Casa della salute”, il che significherebbe un sostanziale depotenziamento, o peggio ancora, una chiusura “mascherata”. Striscioni con la scritta “Referendum – via dal Lazio”, sono appesi alla facciata del Municipio di Amatrice. In una prossima seduta del Consiglio comunale, si voterà se indire il referendum consultivo per uscire dal Lazio, prima mossa dell’iter previsto dalla Costituzione per separarsi da una Regione e annettersi a un’altra.