Regge la tregua a Gaza e ora si spera in un cessate il fuoco duraturo. Al Cairo arrivano anche gli israeliani
Dopo un mese di combattimenti, gli abitanti di Gaza hanno sfruttato la prima giornata reale di tregua per rendersi conto dell’entità delle distruzioni provocate dagli attacchi israeliani e per tentare di tornare a una parvenza di normalità. Dall’inizio dei combattimenti nessun cessate il fuoco era durato tanto a lungo come in questa prima giornata di cessate il fuoco e la circostanza viene letta come un buon auspicio non solo per il mantenimento delle 72 ore di tregua programmate, ma anche per la possibilità che si trovi un accordo duraturo. A questo scopo proseguono i colloqui al Cairo, che ha avuto un ruolo fondamentale nel raggiungimento di questo primo risultato e dove, con alcuni giorni di ritardo rispetto alla delegazione palestinese, è arrivata anche una rappresentanza di Tel Aviv. Israele ha fatto sapere di considerare conclusa la sua missione, avendo distrutto tutti i tunnel di Hamas. A Gaza, intanto, dopo settimane, si sono tornate a vedere famiglie nelle strade del centro. Nei giorni passati solo gli uomini vi si aggiravano. Le banche hanno riaperto i battenti e così molte famiglie, che vivevano delle scorte ammassate a casa, hanno potuto compiere primi acquisti. È stata una giornata di sollievo in tutta la Striscia, dove non si vedevano più militari israeliani e il cielo non era più sorvolato dai droni che tanta distruzione hanno portato nei giorni passati. Le stime parlano di 1.850 palestinesi uccisi e 9.500 feriti dall’inizio della guerra. L’Onu ha calcolato che tra questi vi sono almeno 1.312 civili, tra i quali 408 bambini e adolescenti e 214 donne. Impressionanti, poi, i numeri dei rifugiati. Le Nazioni Unite parlano di 270mila persone costrette a lasciare le proprie case e a ritirarsi nelle 90 scuole gestite dal Unrwa, alle quali vanno aggiunte altre 200mila persone che hanno trovato riparo da amici o parenti. Anche l’entità delle distruzioni è spaventosa e in molti la paragonano a un cataclisma. Intere aree sono state rase al suolo. Inoltre manca l’energia elettrica, la rete fognaria è in parte fuori uso e nel centro di Gaza vengono accumulate quantità ingenti di immondizia. Ma chi ha avuto la casa solamente danneggiata ed è ancora costretto a dormire in scuole pubbliche sta adesso progettando il futuro immediato. Buona parte della popolazione ha fiducia che il cessate il fuoco reggerà e che sarà possibile superare la crisi. In questa atmosfera di cauto ottimismo, si sono dunque visti nuovamente aperti caffè e ristoranti che hanno accolto quanti erano rimasti barrati in casa da quando erano iniziate le operazioni terrestri israeliane.