Quando il primo cittadino dà l’esempio: un sindaco si taglia lo stipendio per riaprire un asilo

26 Ago 2014 14:14 - di Ginevra Sorrentino

Mentre il ministro della Pubblica Istruzione Stefania Giannini dall’altisonante pulpito riminese del Meeting di Cl delinea le coordinate di riferimento della ennesima riforma scolastica che verrà illustrata nei particolari venerdì, Giancarlo Temperilli, sindaco di Sefro, un piccolo comune dell’entroterra montano di Macerata (425 abitanti appena) entra fattivamente nel vivo dei problemi che affliggono il paesino da lui governato: e scegliendo di rinunciare alla propria indennità riesce a riaprire un asilo chiuso ad aprile. Un gesto dalla grande valenza pragmatica e dall’ancor più profondo valore simbolico che fa apparire proclami istituzionali e annunci rivoluzionari sull’abolizione delle supplenze e sulla necessità fattiva di organici funzionali, e non semplicemente di diritto, come astratte dissertazioni programmatiche lontane anni luce dalle esigenze quotidiane degli utenti di un servizio pubblico sempre più deficitario e penalizzato.

Un gesto nobile quanto risolutivo, dunque, quello del sindaco Temperilli, eletto con una lista civica, che ha vinto la battaglia sulla quale aveva impostato la campagna elettorale: riaprire le aule di una struttura per i più piccoli trovando minimo otto iscritti, come impone la normativa sugli asili di montagna. «Ad aprile – spiega orgoglioso il generoso primo cittadino – l’asilo era stato chiuso perché si erano iscritti solo cinque bambini. A settembre invece in classe ci saranno 11 alunni, ai quali il Comune pagherà la mensa e il trasporto scolastico». Insomma, un pacchetto di offerte che soddisfa la richiesta sociale degli abitanti di Sefro e, al tempo stesso, restituisce spargendolo qua e là nuovo smalto all’immagine decisamente appannata dell’amministrazione pubblica, specie nelle grandi città quotidianamente svilita da caos e inerzia organizzativi. «Sono stato eletto sindaco il 25 maggio, e mi sono subito attivato», ha raccontato invece il sindaco. «Due giorni dopo sono andato a parlare con la preside di Castelraimondo e con lei abbiamo concordato di fare un tentativo per riaprire la struttura. Mi sono impegnato per mettere insieme il numero minimo di iscritti necessari a tenere aperto un asilo di montagna», ha quindi aggiunto Temperilli: e lo sforzo è andato a buon fine «perché ho rinunciato al mio stipendio per coprire i costi della mensa e dello scuolabus». Un eroismo civico che difficilmente troverà epigoni disposti a replicarlo: ce lo vedete il sindaco di una qualunque città o cittadina del Bel Paese decurtarsi salario o incentivi per risolvere anche solo uno dei problemi della sua amministrazione?

 

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