Omicidio dell’Eur, tra ricostruzioni agghiaccianti e sconcerto per il killer «insospettabile»

25 Ago 2014 14:36 - di Bianca Conte

Dopo la mattanza, la ricostruzione dei suoi tragici momenti: alla ricerca di un come e, soprattutto, di un perché. Proseguono senza sosta le indagini della Squadra Mobile, coordinate dalla Procura della Repubblica, sul brutale omicidio della colf ucraina, uccisa e decapitata nella villetta dell’Eur a Roma per mano di Federico Leonelli, ennesimo assassino “insospettabile” di turno, ultimo folle omicida di questa estate traboccante di efferati delitti. La casa, scena del crimine e della successiva sparatoria in cui il killer è stato ferito a morte dagli agenti di polizia accorsi sul luogo, è stata posta sotto sequestro per effettuare gli accertamenti di rito. Tra gli altri, oltre all’autopsia prevista per il pomeriggio sui due corpi, nelle prossime ore saranno svolti anche gli esami balistici, utili all’accertamento della traiettoria dei proiettili in modo tale da poter chiarire la dinamica della sparatoria che ha colpito al cuore Leonelli. A  quanto acclarato finora, infatti, gli agenti sarebbero stati «costretti ad esplodere colpi d’arma da fuoco nei confronti del trentacinquenne per difendersi dai fendenti a loro indirizzati», ha sostenuto in una nota la Questura di Roma.

Da quanto fin qui emerso, infatti, l’uomo sarebbe sbucato all’improvviso brandendo il grosso coltello insanguinato – una sorta di mannaia – verso vigili del fuoco e poliziotti. Al vaglio degli inquirenti, dunque, anche le telecamere di sorveglianza della villetta. Tutto alla ricerca di un possibile movente, anche se al momento quello passionale sembra il più accreditato. Secondo gli investigatori, infatti, tra l’assassino e la vittima non ci sarebbe stata una relazione, ma l’ipotesi al momento plausibile è che Leonelli abbia infierito sulla domestica dopo un rifiuto.

«Non mi sarei mai aspettato una cosa del genere, non avevo sospetti su di lui quando l’ho ospitato e lasciato da solo in casa mia», ha dichiarato il proprietario dello stabile in cui soggiornava da oltre due mesi l’assassino, che l’uomo ha spiegato di aver conosciuto due anni fa per motivi di lavoro legati alla società di informatica di cui è consigliere. Follia omicida inaspettata: è ancora una volta questo il tragico elemento ricorrente di un copione criminale da incubo che – tra figlicidi e uxoricidi – ha  siglato con il sangue anche quest’ultimo scorcio d’estate.

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